Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il codice della cortesia italiana

184219
Giuseppe Bortone 29 occorrenze
  • 1947
  • Società Editrice Internazionale
  • Torino
  • verismo
  • UNICT
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Il codice della cortesia italiana

desidereremmo esser definiti noi stessi: « È un signore! ». «È una vera signora! ». Purtroppo, però, è quello che meno spesso si ode usare: .il che

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sia fatto da noi, finora, quel che si è fatto da per tutto: indicare i vari capi con parole del patrimonio linguistico nazionale. Inutile dire che la

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tratta che di rifornire la macchina di combustibile, quando ricorrenze e circostanze eccezionali, o il desiderio di aver con noi e di onorare qualche

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desiderio di noi piuttosto che la sazietà. Qua e là si tenta ancora di far sopravvivere il cosí detto giorno della signora: che serviva mirabilmente a

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traffico, che noi auspichiamo dalle Autorità un'azione energica, costante, ma, sopra tutto " inflessibile " contro tutti quegli automobilisti che si

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loro potrebbe dire l'indole, il carattere, ed anche i pensieri che, in quel momento, ne attraversano la mente. Noi, invero, inconsapevolmente

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uomini a mostrarsi cavallereschi. Si può pagare il biglietto per signore che sieno con noi; non si deve per signore, anche amiche, incontrate nella

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debba da noi, come in alcune città straniere, fissare le ore per visitare le chiese;. ma, certo, bisognerebbe in qualche modo disciplinare anche il

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i Paesi sono Italia; quindi, nessuna meraviglia che, altrove, si attribuisca un valore straordinario a cose davanti alle quali, da noi, si passa piú

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vedere « in alto » e preferisce non andarvi. È uno dei tanti indizi della stupidità umana; prima di tutto, perché, al teatro, si va per noi, per un

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può prescindere dalle buone regole del viver civile. Le impressioni che riportiamo noi dal modo di trattare degli altri, le riporteranno anche gli altri

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, oramai, non hanno più, fra noi, il loro epilogo sul terreno, ossia in quella barbarica usanza che era il duello. L'onore è qualcosa di troppo sacro

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, rimangono gli scritti: ossia scrivendo a qualcuno, noi gli mandiamo quasi un documento dal quale egli potrà giudicare della nostra sincerità

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È possibile insegnare la gentilezza ai ragazzi? Si può argutamente rispondere che l'impresa è piuttosto ardua; perché noi vogliamo simultaneamente

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creato attorno a noi la concorrenza spietata, e la morale di oggi ha preso per motto il terribile dilemma tedesco: Fressen oder werden gefressen: mangiare

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Ne ho già detto qualcosa: « Sarai accolto secondo che ti sarai presentato... ». Vi sono delle circostanze in cui ci presentiamo da noi stessi: in un

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si adatta piú quando è sviluppata e cresciuta; e che noi siamo, da uomini, quali fummo formati e plasmati da fanciulli. D'onde la necessità assoluta

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scusata mai. Da noi, gli ufficiali sono avvolti, per la missione nobilissima loro affidata, in un alone di dignità, che li rende benissimo accolti da

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fortuna, in gran parte, ai buoni modi verso la clientela - cosí si può dire dei professionisti: ognuno di noi conosce avvocati, medici, ingegneri

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la rappresentazione schematica di un mondo di ebeti o di pazzi, ed è il nostro mondo: quel mondo nel quale ciascuno di noi è non soltanto spettatore

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padronanza di noi stessi e rinunziamo alla prima dote di chi vive in società: la disinvoltura. Chi è « imbarazzato » lo fa capire e veder súbito: molti

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Quante volte non c'è capitato di giudicare una persona dopo aver scambiato con lei soltanto poche parole? Certamente l'avran fatto altri con noi; e

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indice di accortezza trascurare un mezzo cosí cospicuo e cosí efficace, messo dalla natura a disposizione dell'uomo. Ciascuno di noi ha potuto

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, per posizione, per età, per gusti, sentiamo piú vicine a noi, e con cui sentiamo che ci potrà essere assoluta « reciprocità», nel significato piú ampio

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noi qualche cosa a cui non era tenuto abbia una ricompensa: da chi ci porta un mazzo di fiori a chi ci aiuta a infilare il pastrano; da chi ci serve a

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suol dire, tangibilmente la nostra riconoscenza a chi è troppo piú in alto di noi. Ad alcuni, poi, sfugge la sconvenienza somma d'inviare il regalo

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prosperità, di bene, di gioia, soltanto in alcuni giorni dell'anno. Ma se coloro ai quali li esprimiamo son persone a noi vicine e a cui siamo legati da

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potrebbero derivare dall'ignoranza delle usanze altrui. Da noi, per esempio, la « presentazione » ha un'importanza relativa, perché è necessaria soltanto in

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- eccettuato, si capisce, il cosí detto « protocollo » - e deve essere la rappresentazione reale e complessiva della vita, nella quale ciascuno di noi passa

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