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il re, senza altri figliuoli che Amalasunta, il regno rimase a lei ed al nipotino tuttora fanciullo, per modo che l'intero peso del governo era sopra
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diceva sempre che, se una donna si sente avere che possa darle e fama e gloria, dee secondare con ogni studio questo fondamento che pone in lei la
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, stava per alzarsi, quando il maestro si volse a lei con queste parole. "Signorina, io mi era messo qui col proposito di farle qualche censura
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ancora 29 anni. Parte delle opere di lei fu bruciata nell'incendio di quella città d'onde dovè fuggire. Nel 1562 furono stampate a Basilea quelle che
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lei; come fu celebrata la sua memoria da molti letterdti in una raccolta di poesie intitolata: Il Pianto di Apollo." Finita la lettura, e cessati gli
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avendo volentieri acconsentito i genitori di lei, si fece lo sposalizio nel 1539. Bernardo, avuta licenza, con larga provvisione, dal principe di Salerno
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scrivendo cinquecento, e la licenziò. La buona Enrichetta rimase sbalordita da questa magnificenza, che le diè modo di risorgere, a lei ed alla sua
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duca di Ferrara corse una giostra in suo onore; onde Torquato Tasso cantò di lei:
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Platone, da lei studiato sempre con grande amore. Altro pregio ammirabile della nostra Tarquinia fu il conservarsi pura di cuore in quella corrotta età
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"La Marianna Mancini, di cui oggi mi tocca a parlarvi, era nipote del famoso cardinal Mazzarino, ministro di Francia, e nacque a Roma nel 1649. Lei e
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scrisse un sonetto che intitolò secolare; ed avendo sempre mantenuta freschissima la memoria, recitava centinaia di versi da lei composti ottanta anni
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coloro, i quali le stavano intorno al letto; e morì subito dopo, essendo vicina:ai centotrè anni. Di lei fu detto che aveva cantato Con la dolcezza del
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vaghezza della poesia. Anche come poetessa ella divenne famosa ben presto; e quell' arguto ingegno del Rodi, veduta una canzone di lei, così gliene
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circa a questi suoi difetti; la quale ammonizione fu da lei accettata gratamente. Ora vi dico che da quel tempo della prima sua lettura, pareva diventata
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codesto medesimo rammentato da lei, signor maestro?" "Sì, è il medesimo: non tradusse però tutta la Divina Commedia, ma il solo Inferno; e que' versi
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italiane, se ne invaghì, non meno innamorato di lei che della sua fama; e la sposò essendo ella in età di 35 anni. Vissero felici e concordi parecchi anni
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, non poterono udire senza grave dolore la pietosa fine di lei; ed avrebbero pagato qualche cosa, che, o la Nina siciliana, o la Eglina, venissero fuori
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La fanciulla, a cui era stato dato a fare il secondo racconto, si chiamava Giulietta: ho detto che era seconda di et�, ma il divario da lei alla
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che da lei si aspettavano di gran cose, erasi messa in apprensione, e andava a leggere con qualche peritanza, come quella che era modestissima, nè si
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giudicati una gran bella cosa; e quando, poco di poi, andò a Brescia, dove già sonava la fama di lei, vi fu accolta come un miracolo di donna, da
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spirito; e però, dato un calcio a' romanzieri, si volse a' poeti classici, la lettura assidua de' quali accese in lei il fuoco poetico, che diede
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' andazzo del suo tempo, e scrisse versi d' amore come la Fenaroli, e come lei fu pastorella d Arcadia. Ambedue queste valenti donne erano la delizia di
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." Ed il maestro: " Che io il sappia fare più acconciamente di lei, ne dubito forte; nondimeno, se a lei piace che la risposta si faccia da me, io la
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a rimettersi nella retta via: della qual cosa fa prova anche la vita da lei ora letta, la quale, da poche parole non troppo eleganti in fuori, è
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in fama; tanto che il Senato di Bologna le diè la cattedra di filosofia, e fece coniare una medaglia in suo onore col ritratto di lei da una parte, e
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di Dio: si diede a studiar di proposito; e fu in grado di presentarsi nella presente domenica con un lavoro fatto proprio da lei, il quale, se non
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professoresse raccontatevi a queste passate domeniche. Da piccina ebbe a maestro di lingua italiana e latina un buon prete del suo paese, ed anche lei, come
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Pindemonte, il Panini, il Vannetti, il Soave, il Bettinelli, e sopra tutti il celebre Lorenzo Mascheroni, che a lei diresse il nobilissimo e famoso Carme
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profitto fece in breve tempo, che fu in grado, a soli quindici anni, di ajutare il padre ne' suoi lavori letterarj; e manifestatosi poscia in lei uno
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diventato maestro di greco: e tali furono i progressi da lei fatti in questa madre lingua, che non solo giunse a parlarla con sceltezza, di frasi e
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conoscere le rare doti della bambina, l'adottò per propria figliuola; ed attese con ogni affetto a coltivare il vivace ingegno di lei, sotto la direzione del
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Passando da Firenze il famoso traduttore di Ossian, lesse presso di lei il principio della sua grande opera; e lo stesso granduca Pietro Leopoldo
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morte di Ferdinando III divenne granduca Leopoldo II marito di lei, ed ella per conseguenza era granduchessa, anche allora continuò l' amore e le
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Guido da Montefeltro signore d'Urbino, e fu moglie di Galeazzo Malatesta signor di Pesaro; ma lei, piuttosto che invanirsi della nobiltà e della potenza
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. De figliuoli in generale. Precetti nobilissimi di Bernardo Tasso, pag. 121, 122. ELLA E LEI perchè si dice anche parlando ad un uomo pag. 166
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l'avesse tenuta al suo servigio, e benchè fosse così brutta di aspetto, se la prese per moglie; ed attenendosi a' consigli di lei venne sempre in fama
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parlato brevemente, e quasi per incidenza, della sua virtù, la quale sola è degna di vera lode. La bellezza, signora Zita (e parlando a lei intendo di
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ambasciatori ed al Senato, vi fece invitare anche lei; ed ella, dopo il pranzo, esortata da que' signori, disse con tanta grazia e fecondia una
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"Signora Isabellina, tocca a lei: vada al suo posto." Così disse la direttrice, come prima si furono raccolti tutti la ottava domenica nel luogo
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dispiaceri, da lei però tenuti sempre celati. Le sue preghiere per altro furono esaudite; dacchè sul finire della vita quel tristo mutò quasi natura, e
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, nè in fortezza virile, nè in qualsivoglia virtù fu inferiore a verun'altra delle più illustri, voi, mie buone compagne, sopporterete che di lei vi
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accanto al suo sposo nei sepolcri della famiglia dei Signori di quella terra. "Di lei si ha stampato un bel volume di rime e lettere, che si danno per
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virtù e di ingegno; fu sposa affettuosa e virtuosa; ben presto il suo marito dovè, per cagioni delle guerre, allontanarsi da lei: essa allora rimasta
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modello delle buone spose e delle buoni madri; questa è la Fulvia Fico, figliuola di Galeazzo principe della Mirandola; e forse perchè mi chiamo come lei, e
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artistico della fanciulla, pregò i genitori di lei che gli permettessero di insegnarle la pittura, nella quale divenne poi valentissima, e nel
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fu in lei grandissima, non pare che si metta in conto: chè fu ripiena di maravigliosa pietà e bontà, e d'ingegno molto acuto, sì che apprese quattro
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il Sojaro, diventò nell'arte valentissima, e venne in tanta fama che Annibal Caro andò a posta a Cremona di lei patria per visitarla. Fu ben presto
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squisita; e di buon'ora diede segni manifesti del suo fiorito ingegno, che fu da lei coltivato con lo studio diligente ed assiduo: andata poi a marito
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"Zitte, signorine, incomincia la lettura; e lei, signora Fiammetta, vada al suo posto senza farsi più pregare." Queste parole disse la direttrice la
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