Il Plutarco femminile
Il lunedì dopo la domenica della ricreazione, la direttrice, avute a sè le venticinque signorine che avevan letto fin qui, disse loro: "Signorine
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distruggere l'impero romano, e contaminarono spaventosamente la più gran parte d'Italia, varie generazioni di barbari, tra' quali gli Ostrogoti, il cui
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Trenta o trentacinque anni addietro era in Pistoja una scuola di signorine, della quale si onorerebbero anche adesso le più nobili città italiane. La
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"Signorine, stieno attente: alla signora Sofìa che ha nome di una imperatrice, ho dato a raccontare la vita di una gran principessa; e son certa che
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La lettura di questa ventesima seconda domenica toccava ad una giovinetta chiamata Olimpia, figliuola d'un negoziante assai ricco; buona e studiosa
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Restavano due sole fanciulle a compiere il numero delle venticinque che dovevano leggere la Vita; e questa penultima, alla quale toccava oggi, si
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all'Istituto il signor Girolamo Rossi, compitissimo cavaliere, il quale vi andò con la sua signora, per udir le lodi di questa donna, che tanto onora la sua
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Era stata accettata la gentile profferta del cavalier Girolamo Rossi; e la ricreazione della domenica ventesimasesta doveva farsi alla sua villa di
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, attendendo solo alla cura di casa ed alla educazione dei due bambini, un maschio ed una femmina, che ella fece ne' due primi anni del suo matrimonio. Ma la
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l'altro giorno non so che libro. Si chiamava questo bel cero Florindo: sempre tutto insaldato, muschiato, impomatato; con la sua spartizione a uso donna
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La lettrice è la signora Elisìna. "Fui la prima a parlare a voi qui in pubblico; e la prima sono adesso che ricomincia la serie delle Vite: l'altra
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ed il senato romano le diè per ispontaneo consiglio la cittadinanza di Roma. E tali onori gli meritava davvero, perchè, tuttora giovanissima
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la fronte col nero velo, tanto più accrescano negli animi altrui il desiderio di scoprire in loro qualche difetto. Onde, se vogliono che le saette dei
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"La Marianna Mancini, di cui oggi mi tocca a parlarvi, era nipote del famoso cardinal Mazzarino, ministro di Francia, e nacque a Roma nel 1649. Lei e
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"Nacque la Beatrice Papafava nel 1626, e fino da' primissimi anni diè segni evidenti di ingegno meraviglioso, massimamente per il disegno e per la
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NOVELLA. L'avere udito dalla nostra cara Isotta il soverchio amore del risparmio, o dirò meglio, la ingegnosa avarizia del marito della Papafava, mi
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"Bisogna che cominci dal confessare un mio peccato, incominciò a dire la signora Giannina: questa settimana c'è stata la mamma malata, e mi è mancato
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"La valente donna di cui oggi mi tocca a parlarvi, valorose compagne mie, si appella Anna Maria Arduino, una delle più rare donne del suo tempo
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La signora Bettina, che l' altra volta vedemmo essere così peritosa di leggere in pubblico, aveva adesso vinta la sua peritanza e andò al suo luogo
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"Sei mesi fa, mie care compagne, incominciò la signora Isabellina, ebbi a ragionarvi di una duchessa, illustre massimamente per la prudenza e per l
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La Rosa Govona, della quale son per parlarvi disse la Nina siciliana, a cui toccava la lettura, si puù affermare che personificasse in sè stessa la
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La fanciulla, a cui era stato dato a fare il secondo racconto, si chiamava Giulietta: ho detto che era seconda di et�, ma il divario da lei alla
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Quando la volta passata lesse la signora Zaìra vi ricorderete eh' io dissi della gran compostezza di tutte le alunne, e della grande aspettazione che
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Quando le signorine con la direttrice entrarono nella sala, trovarono la signora Laurina già seduta al suo posto, la quale tutta ridente disse loro
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"La Giulia Baitelli, della quale mi tocca oggi a parlarvi, incominciò senz' altro preambolo la Fulvia, viveva nel tempo medesimo che la Fenaroli
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La signora Rosina, a cui toccava il leggere la Vita, comparve nella sala tutta allegra in vista, e fatta riverenza alla direttrice ed al maestro
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"Mie care compagne, incominciò la signora Beppina, dopo aver fatto un riverente saluto alla direttrice ed al maestro, l' altra volta, perchè ero un
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La terza ragionatrice si chiamava Sofia, e doveva raccontar la vita di santa Caterina da Siena. Questa Sofia aveva già toccati i sedici anni: non
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Anche questa volta la signora Fiammetta fece i suoi complimenti e qualche leziuccio prima di andare al suo posto ma, accortasi di certe occhiate che
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Questa stanza la leggeva il maestro; ma non l' ebbe appena finita, che più voci gridarono la spera, lo specchio. "Sì, disse il maestro, questo enimma
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potuto sull' animo suo la amorevole lezioncina datale dalla direttrice sopra l' eccesso delle cerimonie. Andata per tanto al suo posto, diede un
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E quì la signora Gegina si tacque: alla quale continuò con poco intervallo il maestro. "Il sonetto della Secchi-Suardo non è certo un cattivo sonetto
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, chiaro, e più proprio del francese toilette? Lo specchio è il più necessario arnese per abbigliarsi e dà subito la idea della cosa. Dunque se io dirò
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insufficienti le più efficaci parole a descrivere il dispiacere della ottima donna, che non lo lasciava un momento, non curando nè la propria sanità
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Doveva leggere la signora Jole, che l'altra volta scrisse la vita dell' Isabella Andreini, alla quale contrastò il titolo di donna illustre, per
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L'ultima domenica dell'anno doveva leggersi la vita della fondatrice di un Istituto femminile; e la direttrice, dopo maturo esame, aveva scelto Maria
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costei volle la direttrice dar a descrivere la vita di una fanciulla lombarda chiamata Bona; e venuta la domenica, andò tutta festosa al suo luogo, e
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La narratrice di questa Domenica si chiamava Zita, giovanetta lucchese, anch' ella sui 15 anni, una mingherlina tutta voce e penne, come suoi dirsi
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vero struggimento." Questo dialogo si faceva nella camera della direttrice la settima domenica dell'anno, pochi momenti avanti che dovesse cominciar
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"Signora Isabellina, tocca a lei: vada al suo posto." Così disse la direttrice, come prima si furono raccolti tutti la ottava domenica nel luogo
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"Signorine, le prego di star attente, chè oggi la signora Giannina, racconterà la vita di una santa donna genovese, la quale è l'esempio delle buone
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Siamo alla decima domenica; legge una giovanetta siciliana chiamata Caterina, e abbreviatamente Nina: un capettino che faceva spesso inquietar la
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La domenica undecima nella sala delle letture si scorgeva qualche cosa di singolare: tutte le ragazze più composte e più attente dell' usato: oltre
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La lettura decimaquarta fu fatta la domenica quindicesima dell'anno, perchè ci era stata la Pasqua di Resurrezione; e toccava a farla ad una
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"Oh! stamani voglio un po'dir la mia anch' io" "E che vuoi dire? "Sentirete. Ci sarà descritta la vita d'una brava ricamatrice; ed io vo' far certe
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Anche questa domenica le alunne dell'Istituto eran raccolte da un pezzetto nella sala, e non si vedeva comparir la lettrice, che doveva essere una
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gran fama la Sofonisba, tragedia del famoso Trissino. Fin da bambina mostrò grande amore alla pittura; e da sè da sè imparò a ritrarre in modo singolare
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La direttrice dell'Istituto pistojese, assegnando queste vite da scrivere alle sue alunne, cercava se tra esse vi fosse chi si chiamava come la donna
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"Zitte, signorine, incomincia la lettura; e lei, signora Fiammetta, vada al suo posto senza farsi più pregare." Queste parole disse la direttrice la
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La fanciulla cui toccava a leggere si chiamava Teresa, e abbreviatamente la chiamavano tutte Gegina: era studiosa, era buona; ma era stata avvezzata
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