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insegnare, ma fossero abili parimente a saperle insegnare; perchè, diceva, e diceva bene: Un maestro, il quale sappia così per appunto, ma sappia insegnar
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illustri, e tra queste, parecchie delle buone si danno fuori alla giornata: tal che il presente mio libro potrebbe parere un di più; e qualcuno dirà per
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Il lunedì dopo la domenica della ricreazione, la direttrice, avute a sè le venticinque signorine che avevan letto fin qui, disse loro: "Signorine
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Essendosi parlato a pag. 245-49 degli Enimmi ed Indovinelli, non mi sembra fuor di proposito il ristampar qui come appendice al libro, questo mio
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distruggere l'impero romano, e contaminarono spaventosamente la più gran parte d'Italia, varie generazioni di barbari, tra' quali gli Ostrogoti, il cui
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PIETRO FANFANI IL PLUTARCO FEMMINILE DI PIETRO FANFANI LIBRO DI LETTURA E DI PREMIO APPROVATO DAL CONSIGLIO SCOLASTICO DI FIRENZE TERZA EDIZIONE
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l'avrà scritta da sua pari." - E volta alla giovane che doveva leggere, disse: "Signorina Sofìa, siam qui ad ascoltarla; il perchè la fanciulla mise
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. "La Olimpia Morata fu delle più dotte del suo secolo. Nacque a Ferrara nel 1526. Il padre di essa, accortosi del suo distinto talento, lo coltivò con
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deboli forze, e volentieri mi sarei scusata dal trattarlo; ma ne ha potuto più la ubbidienza alla nostra buona direttrice, ed il non voler esser io che
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Restavano due sole fanciulle a compiere il numero delle venticinque che dovevano leggere la Vita; e questa penultima, alla quale toccava oggi, si
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all'Istituto il signor Girolamo Rossi, compitissimo cavaliere, il quale vi andò con la sua signora, per udir le lodi di questa donna, che tanto onora la sua
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lor genitori secondarono il desiderio della direttrice. Venuta dunque la domenica tanto desiderata dalle alunne, ciascuna di esse fu in piedi a levata
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morto anche il capo di casa, il quale si ajutava più che poteva per mantenere alla meglio la famiglia, questa povera donna restò senza un bene al mondo
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taccherelle che qui si tacciono, aveva il vizio di mangiare e mettersi in tasca le paste o i biscotti che gli capitassero sotto mano nelle case de' suoi
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ed il senato romano le diè per ispontaneo consiglio la cittadinanza di Roma. E tali onori gli meritava davvero, perchè, tuttora giovanissima
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il proprio ritratto; ma dietro al quale volle scrivere che era stato fatto per comando. Aveva allora ventidue anni; e quel lavoro fu molto lodato
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le altre sorelle fece il cardinale venire a Parigi, col proposito di favorirle a tutto potere; e come la Marianna era bella, spiritosa e di ottima
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"Nacque la Beatrice Papafava nel 1626, e fino da' primissimi anni diè segni evidenti di ingegno meraviglioso, massimamente per il disegno e per la
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NOVELLA. L'avere udito dalla nostra cara Isotta il soverchio amore del risparmio, o dirò meglio, la ingegnosa avarizia del marito della Papafava, mi
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il tempo di studiare quanto sarebbe stato necessario per raccontarvi la vita della Selvaggia Borghini: e però la ho scritta, seguitando pedata pedata
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. Nacque in Messina l'anno 1682, e fino dai più teneri anni diede tal prova della sua abilità, che ne menavano meraviglia quanti bazzicavano per casa, ed il
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Manzolini, assai valente pittore, e valentissimo anatomico; e vedendo che il suo buon marito era perseguitato fieramente dagli invidiosi, e quasi
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' arte di governo, e lo feci con parole poco dicevoli al soggetto, sì che voi altre faceste spesso bocca da ridere, ed il signor maestro me ne censurò
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sorella ogni sventurata. Un giorno, mentre ella stava lavorando, secondo il solito, davanti all' uscio di casa sua, eccoti avvicinarsele una povera
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La fanciulla, a cui era stato dato a fare il secondo racconto, si chiamava Giulietta: ho detto che era seconda di et�, ma il divario da lei alla
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difficoltà. Ad ogni modo si fece animo ed andò, e lesse come ora udirete: " Il soggetto che m' ha dato a trattare per oggi la nostra amata direttrice
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, sul principio del secolo passato. Da piccina stette molto tempo appresso un suo zio parroco, il quale, conoscendo aver ella ingegno pronto e vivace
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maestro che cosa erano le pastorelle d' Arcadia, disse tutta festosa: "Signor maestro, si rammenti la promessa delle pastorelle d' Arcadia." E il maestro
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La signora Rosina, a cui toccava il leggere la Vita, comparve nella sala tutta allegra in vista, e fatta riverenza alla direttrice ed al maestro
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po' malazzata, e perchè il babbo e la mamma non vollero che io uscissi di casa, non potei venire a fare la mia lettura: oggi eccomi qui, ma vi confesso
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Questa domenica lesse la Clelia, quella signorina, che vi ricorderete essere stata molto lodata dal maestro per il suo modo facile e schietto di
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di Dio: si diede a studiar di proposito; e fu in grado di presentarsi nella presente domenica con un lavoro fatto proprio da lei, il quale, se non
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Copiato che fu il sonetto, le signorine cominciarono a meditarci su; ma, per quanto almanaccassero, non ce ne fu una che potesse azzeccarci: solo due
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Questa stanza la leggeva il maestro; ma non l' ebbe appena finita, che più voci gridarono la spera, lo specchio. "Sì, disse il maestro, questo enimma
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Quella Gegina, che vedemmo esser così cerimoniosa il semestre passato, venne adesso tutta compostezza e gravità, che pareva un' altra, tanto aveva
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E quì la signora Gegina si tacque: alla quale continuò con poco intervallo il maestro. "Il sonetto della Secchi-Suardo non è certo un cattivo sonetto
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Elisabetta fu figliuola di Carlo Domenico Caminer, storico e letterato veneziano, e nacque in Venezia il 29 di luglio del 1751. Da bambina non c' era versi di
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febbre gastrica; il perchè la direttrice, non volendo che la lettura si lasciasse, pregò la signora Elisa, che leggesse ella la Vita della Clotilde
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Fabroni Pelli, nata in Grosseto ai 13 di febbraio 1703 e morta a Firenze nel 1811. "Suoi genitori furono il maggior Alberto Ciamagini, comandante di
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Passando da Firenze il famoso traduttore di Ossian, lesse presso di lei il principio della sua grande opera; e lo stesso granduca Pietro Leopoldo
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Doveva leggere la signora Jole, che l'altra volta scrisse la vita dell' Isabella Andreini, alla quale contrastò il titolo di donna illustre, per
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Potrebbe qui muoversi il dubbio, se dai sonetti siano questi enimmi stati ridotti in stanze o da stanze in sonetti; ed io penderei per questa ultima
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E nel manoscritto il medesimo soggetto, che è l' ombra del nostro corpo, si vede così ridotto a sonetto, mantenendo sempre i concetti medesimi. Tale
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dunque tu la meraviglia del suon tempo; e vivendo in sulla fine del secolo XIV, quando appunto fiorivano il Boccaccio ed il Petrarca, di ambedue questi
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guerre e discordie cittadine, che durarono parecchi anni: all' ultimo, fattasi pace alla meglio tra le fazioni ed. il Re, per firmarla e stabilirla fu
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Tutte le alunne, con la direttrice e il maestro, erano già nella sala delle letture; ma non era per anco giunta colei che doveva leggere, la quale si
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egregi, nè miracoli di lettere e d'armi: tuttavia credo che il racconto delle miti virtù di questa illustre donna, della quale vi ho parlato, possa
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il Sojaro, diventò nell'arte valentissima, e venne in tanta fama che Annibal Caro andò a posta a Cremona di lei patria per visitarla. Fu ben presto
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, chi la canzonava, chi le faceva coraggio; e così il tempo si perdeva, e per la sala v' era un orribile fracasso. La voce della direttrice per altro
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bene l'esser civili e ben creati con tutti, ma che il troppo stroppia; le compagne spesso la mettevano in canzonella; ed essa avea pur desiderio di
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