Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il Plutarco femminile

217749
Pietro Fanfano 50 occorrenze
  • 1893
  • Paolo Carrara Editore
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Il Plutarco femminile

, domenica si ricominciano le nostre conversazioni; e si procederà con l'ordine medesimo: sì che ciascuna di loro viene a saper da sè quando le tocca a

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provvedere, non pure al mantenimento della famiglia; ma procacciare o colla mano o con l'ingegno al buono stato e al decoro della patria o colle armi in

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ammaestrar le fanciullo con l' esempio, e di infiammare gli animi loro a quelle virtù che leggono descritte; ma sopra ci ho voluto che quelle vite mi

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una specie di sollazzo dopo studj più gravi; o si faccia fare, ogni tanto anche a' giovani per aguzzar loro esso ingegno con qualche diletto (il che

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di essa; e lo portò con gran senno e con gran giustizia, mostrandosi benigna verso i sudditi italiani, e severissima contro gli Ostrogoti che quelli

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volle del buono e del bello, prima che vi si lasciasse condurre. Postasi per altro a sedere, si fece animo ad un tratto, e lesse con voce assai ferma

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quale tosto incominciò. "I particolari della vita della Tullia d'Aragona, che oggi debbo narrarvi, son poco noti; ma vi dirò con certezza ch'ella nacque

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all'Istituto il signor Girolamo Rossi, compitissimo cavaliere, il quale vi andò con la sua signora, per udir le lodi di questa donna, che tanto onora la sua

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Felcèti. La direttrice aveva detto alle sue alunne che sarebbe stata una bella cosa, se tutte venissero vestite ad un modo, con semplice abito bianco

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e la sorella: intanto però ogni cosa doveva sperarsi delle loro mani. Ma erano lavori di donne! e poco più fruttavano che il puro pane: con tutto ci

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l'altro giorno non so che libro. Si chiamava questo bel cero Florindo: sempre tutto insaldato, muschiato, impomatato; con la sua spartizione a uso donna

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Platone, da lei studiato sempre con grande amore. Altro pregio ammirabile della nostra Tarquinia fu il conservarsi pura di cuore in quella corrotta età

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maldicenti si spuntino, conviene, massimamente alle giovani, guardarsi di non dare colle parole, con gli sguardi, coll'abito e coi costumi, un minimo

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natura, le diè per isposa al duca di Bouillon con ricca dote; e ben presto divenne il più bello ornamento di quella corte, che era la più splendida e

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poesia, che ella coltivava con assiduo studio. Fu data per moglie nella tenera età di quattordici anni a Marco Cittadella, gentiluomo compitissimo, se

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coloro, i quali le stavano intorno al letto; e morì subito dopo, essendo vicina:ai centotrè anni. Di lei fu detto che aveva cantato Con la dolcezza del

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guadagnarne anche mezzo. Udite un pochino di che diavolo era capace. Egli benestante, egli un ufficio con assai larga provvisione; e non dimeno dava i suoi

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' principj, tu arditamente ti metti nel più segreto della romana favella, e, gia formato l' abito del bello stile, scrivi con elegante e grave facilità

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attese con rara assiduità allo studio della lingua latina, per la grande smania di legger Virgilio nella sua lingua originale; ed esso e il Petrarca

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, con tutto che fossero di assai civile condizione. Suo padre era amante dello studio del disegno; e come lavorava assai, e la Rosalba eragli sempre

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, e tu starai qui con me, dormirai nel mio letto, mangierai nella mia scodella, e lavorerai come faccio io." E la bambina disse di sì: cominciò a

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sulla sua poltrona per leggere, il cuore le batteva forte forte; e tanta era la paura sua, che a stento e con voce sottilissima cominciò: "La nostra buona

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che da lei si aspettavano di gran cose, erasi messa in apprensione, e andava a leggere con qualche peritanza, come quella che era modestissima, nè si

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direttrice, si aspettavano che nel corso del suo scritto la ne dovesse dire qualcuna delle sue, e però l' ascoltavano con qualche curiosità: e di fatto la

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Quando le signorine con la direttrice entrarono nella sala, trovarono la signora Laurina già seduta al suo posto, la quale tutta ridente disse loro

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' una dei pregj e delle virtù dell'altra. "Sicuro che lo credo, replicò subito la Fulvia..." Ma qui la interruppe la direttrice con queste gravi

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abboccarsi con tutti gli amici e aderenti, e per confortargli nel proposito di salvare la libertà, promettendo loro ogni ajuto. Anzi non dubitò di

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di Dio: si diede a studiar di proposito; e fu in grado di presentarsi nella presente domenica con un lavoro fatto proprio da lei, il quale, se non

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compagne non la vedevano di buon occhio, e cercavano ogni cagione di poter ridere alle sue spalle. Venuta pertanto la domenica, ella con fronte sicura andò a

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davale la direttrice, subito si ricompose, e lesse con la gravità necessaria. "Un'altra dottoressa ed un'altra professora! E poi si dice che le donne

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E quì la signora Gegina si tacque: alla quale continuò con poco intervallo il maestro. "Il sonetto della Secchi-Suardo non è certo un cattivo sonetto

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sottili e argute bugiuòle, con le quali ricopriva le sue mancanze quando il babbo e la mamma la gridavano. Venuta per altro sui sette anni, non potendo

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diventato maestro di greco: e tali furono i progressi da lei fatti in questa madre lingua, che non solo giunse a parlarla con sceltezza, di frasi e

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qua delle Alpi, e chiamato al Consiglio di Stato qual Maestro delle Richieste; per la qual cosa la Teresa andò con lui a Parigi, dove, accolta nelle più

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essere stata una commediante; ed ora che le toccava a parlare d' una cantante, andò al suo luogo con un risettino sardonico, e cominciò: "La signora

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logogrifi. E dacchè la nominata raccolta pratese, la qual finisce appunto con un logogrifo di Vincenzo Monti, con quello vo' chiudere anch' io il

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riconoscerla per da più, e ne prendevano buono esempio. Salita essa al luogo solito, incominciò con voce soavissima: "Quando la nostra buona direttrice ci

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ABBRACCIARE il partito di... Frase poco elegante, pagina 69. ABUSO. Da non iscambiarsi con l' uso, pag 28, 49. ACCATTARE. Turpe mestiere da oziosi

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buona Milanesa, immaginatevi se l'ho fatto con gusto! La mia eroina si chiamava Bona: era nata in un paesello di giurisdizione milanese, era pecoraja

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Italia, con tanti quadri, statue, medaglie e gioie che era un subisso. Di lettere poi di filosofia, e di lingue morte e vive, ne sapeva a bizzeffe; e

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sangue nobilissimo, cui la santa giovane non potè mai ridurre a viver seco in concordia di pensieri e d'affetti benchè se ne ingegnasse con ogni

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il maestro di lingua italiana, erano iti a udir leggere gli altri maestri; e ciascuno aspettava con desiderio che la lettura incominciasse. La lettrice

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Tocca alla Vittorina, non bella e piuttosto dispettosa, la quale con qualche smorfia va al suo luogo, ed incomincia così: "Veronica Gambara nacque in

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Tutte le alunne, con la direttrice e il maestro, erano già nella sala delle letture; ma non era per anco giunta colei che doveva leggere, la quale si

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, così soggetta al marito ed alla suocera, così benigna con tutti, e ben presto fu amata e carezzata da chi meno volentieri ce l'aveva ricevuta Era poi

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cicaleccio da non si dire, il quale si spense ad un tratto quando entr� la direttrice col maestro, e con la ragazza che doveva leggere. Questa si chiamava

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giovanetta, venuta due anni innanzi da Firenze con la famiglia, e che si chiamava Giuseppina: la più svogliata di tutte, e forse anche la meno atta

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fusse italiano, la diede a Don Fabio Moncada siciliano, assegnandole una dote di 12,000 scudi, con un'annua pensione di 1000 scudi, trasferibili ad uno

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squisita; e di buon'ora diede segni manifesti del suo fiorito ingegno, che fu da lei coltivato con lo studio diligente ed assiduo: andata poi a marito

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vita reale con gran dignità, e datasi tutta alla pietà ed allo studio, morì colà idropica, con molta pazienza e divozione. Lasciò scritto un libro

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