Il Plutarco femminile
"Voi tutte, mie dilette compagne, avete spesso udito dire, come me, da' nostri bravi maestri, che quasi mille cinquecento anni addietro, vennero a
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illustri, e tra queste, parecchie delle buone si danno fuori alla giornata: tal che il presente mio libro potrebbe parere un di più; e qualcuno dirà per
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sollecita cura di scegliere maestri e maestre, che, non solamente fossero d' intera o provata costumatezza, e padroni delle discipline che dovevano
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"Signorine, stieno attente: alla signora Sofìa che ha nome di una imperatrice, ho dato a raccontare la vita di una gran principessa; e son certa che
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volle del buono e del bello, prima che vi si lasciasse condurre. Postasi per altro a sedere, si fece animo ad un tratto, e lesse con voce assai ferma
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deboli forze, e volentieri mi sarei scusata dal trattarlo; ma ne ha potuto più la ubbidienza alla nostra buona direttrice, ed il non voler esser io che
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Restavano due sole fanciulle a compiere il numero delle venticinque che dovevano leggere la Vita; e questa penultima, alla quale toccava oggi, si
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all'Istituto il signor Girolamo Rossi, compitissimo cavaliere, il quale vi andò con la sua signora, per udir le lodi di questa donna, che tanto onora la sua
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Felcèti. La direttrice aveva detto alle sue alunne che sarebbe stata una bella cosa, se tutte venissero vestite ad un modo, con semplice abito bianco
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"Sentite se è vero che i ghiotti ci rimangono. Ve lo vo' provare col fatto d'un pazzerello di giovanotto, che mi capitò sotto gli occhi leggendo
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ingegno solamente pronto e vivace; chè anzi era il suo ingegno più che virile, avendo tra l'altre cose tradotto in volgare il Critone e altri dialoghi di
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"Filippo Paladini, assai valente pittore pisano, fu padre di quella Arcangela, di cui oggi debbo parlarvi, e che nacque in Pisa nel 1599. Era stata
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natura, le diè per isposa al duca di Bouillon con ricca dote; e ben presto divenne il più bello ornamento di quella corte, che era la più splendida e
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poesia, che ella coltivava con assiduo studio. Fu data per moglie nella tenera età di quattordici anni a Marco Cittadella, gentiluomo compitissimo, se
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Sentendosi morir veramente, preso un crocifisso, gli uscì dal cuore un cantico religioso pietosissimo, che lasciò meravigliati e commossi tutti
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ha ridotto a memoria una novella, che spesso mi raccontava il povero mio nonno, e che ora la vendo a voi come l'ho comprata. "In uno dei pubblici
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. Nacque in Messina l'anno 1682, e fino dai più teneri anni diede tal prova della sua abilità, che ne menavano meraviglia quanti bazzicavano per casa, ed il
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La signora Bettina, che l' altra volta vedemmo essere così peritosa di leggere in pubblico, aveva adesso vinta la sua peritanza e andò al suo luogo
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' arte di governo, e lo feci con parole poco dicevoli al soggetto, sì che voi altre faceste spesso bocca da ridere, ed il signor maestro me ne censurò
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Rosalba Carriera nacque a Venezia nel 1765; ed i suoi genitori, che avevano tutte le buone qualità del mondo, erano poco agiati de' beni di fortuna
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La Rosa Govona, della quale son per parlarvi disse la Nina siciliana, a cui toccava la lettura, si puù affermare che personificasse in sè stessa la
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Quando la volta passata lesse la signora Zaìra vi ricorderete eh' io dissi della gran compostezza di tutte le alunne, e della grande aspettazione che
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Toccando la lettura alla Vittorina, che ricorderete esservi stata descritta per fanciulla un po' dispettosa, le alunne tutte, ed anche la stessa
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: "Mi ricordo l' amorevol rimprovero che mi fece la direttrice per essermi fatta aspettare quando mi toccò a legger la vita della Vittoria Colonna; e
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"La Giulia Baitelli, della quale mi tocca oggi a parlarvi, incominciò senz' altro preambolo la Fulvia, viveva nel tempo medesimo che la Fenaroli
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de' Medici. Nata essa a Firenze in quella casa de' Medici, che fin d' allora agognava alla signoria della sua patria, anzi aveva gi�, ordita la rea
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po' malazzata, e perchè il babbo e la mamma non vollero che io uscissi di casa, non potei venire a fare la mia lettura: oggi eccomi qui, ma vi confesso
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Questa domenica lesse la Clelia, quella signorina, che vi ricorderete essere stata molto lodata dal maestro per il suo modo facile e schietto di
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Toccava la lettura alla giovinetta Livia, a quella che vedemmo aver poca voglia di studiare, e che quando lesse la vita della Tornielli, dovè
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Copiato che fu il sonetto, le signorine cominciarono a meditarci su; ma, per quanto almanaccassero, non ce ne fu una che potesse azzeccarci: solo due
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Che cosa intendono per questo tornar dallo specchio? E molte voci ad un tratto: "Tornar dalla toelette." "Scusino, o questo modo non par loro bello
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perfin giornalista: ma nel suo genere anch' essa ha molto del singolare, e l' argomento lo tratto assai volentieri. Dico adunque che questa
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, che amava e stimava il Pelli e il Fabroni, volle dare benigna testimonianza di stima alla Teresa, tenendo egli stesso a battesimo il primo figliuolo di
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Doveva leggere la signora Jole, che l'altra volta scrisse la vita dell' Isabella Andreini, alla quale contrastò il titolo di donna illustre, per
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seguitando, che, dopo il Malatesti, fu celebre per enimmi in stanze e sonetti il Padre Francesco Moneti, quello stesso della Cortona convertita, il
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Isotta fu la quarta lettrice; ed essa, benchè non toccasse i sedici anni, era delle più brave tra tutte le compagne, e quella che più di proposito
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tutta festosa incominciò: "La cara nostra direttrice ha voluto ch'io vi racconti la vita d' un' antica mia patriotta, ed io che mi sento sempre una
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. Udiamola. "La Violantina genovese, vissuta nel secolo XVI, fu della casa Giustiniani, ed è rimasta famosa per la sua bellezza, la quale fu tale e tanta che
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"Andiamo, via, signora Bettina, si faccia coraggio: non ha veduto le sue compagne come sono andate franche al suo posto le domeniche passate? "Che
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Mantova: una donna proprio per la quale, massaja in casa, più brava del marito nel saper governar i popoli, e tanto caritatevole che si sarebbe
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Siamo alla decima domenica; legge una giovanetta siciliana chiamata Caterina, e abbreviatamente Nina: un capettino che faceva spesso inquietar la
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il maestro di lingua italiana, erano iti a udir leggere gli altri maestri; e ciascuno aspettava con desiderio che la lettura incominciasse. La lettrice
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Pratalboìno, paesetto in quel di Brescia, nel 1485; e sin da bambina diede segni manifesti di quel che sarebbe stata da grande. Imparò presto e bene
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Tutte le alunne, con la direttrice e il maestro, erano già nella sala delle letture; ma non era per anco giunta colei che doveva leggere, la quale si
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giovanetta chiamata Fulvia, che disse così: "Vi ho da ragionare, per comandamento della signora direttrice, di una valente donna del secolo XIV, che fu
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"Oh! stamani voglio un po'dir la mia anch' io" "E che vuoi dire? "Sentirete. Ci sarà descritta la vita d'una brava ricamatrice; ed io vo' far certe
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Anche questa domenica le alunne dell'Istituto eran raccolte da un pezzetto nella sala, e non si vedeva comparir la lettrice, che doveva essere una
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il Sojaro, diventò nell'arte valentissima, e venne in tanta fama che Annibal Caro andò a posta a Cremona di lei patria per visitarla. Fu ben presto
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illustre, la cui vita s' aveva a descrivere, ed a quella la dava a fare, perchè pensava che, se il buon esempio sarebbe stato efficace sull' animo di
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così cerimoniosa, che tra baciar la mano, inchini, riverenze e paroline melate, era una morte l' averla dattorno. La maestra spesso l'ammoniva che è
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