Il Mezzogiorno e la politica italiana
Però, mentre tale impostazione risponde ad una realtà profonda — che da noi meridionali è certo più sentita e meglio intuita — non ha avuto fin oggi
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formiamo una coscienza pubblica della «questione» nella sua portata sintetica e nella sua ragione politica, perché possa irradiarsi e diventare forza motrice
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solidarietà e di comprensione dei nostri mali, ma con un piano reso dall'esperienza più maturo e più sicuro nelle linee ricostruttive, e con una volontà ferma e
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immanente di politica generale, di una questione piemontese o ligure o lombarda o toscana o romagnola? I più benevoli, quelli che han viaggiato (son pochi
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queste belle e disgraziate regioni; in secondo luogo come una questione di lavori pubblici, specialmente locali, ai quali lo stato già provvede con
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Del resto è facile, in una conoscenza affrettata, misurare le nuove cose apprese col metro delle cose già conosciute in altri ambienti, e non
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Nessuno potrà affermare che, senza agitare la questione meridionale — come una paurosa e complessa tragedia di un popolo, — non si sarebbero ottenuti
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Due Italie venivano unite insieme, una del nord e l'altra del sud, per sforzo spirituale e politico delle classi intellettuali, per reazione contro
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Il mezzogiorno non aveva una vera borghesia, ceto intermedio, autonomo, trafficante, audace; la pressione feudale era stata assai forte, anche dopo
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Giorni fa, nel discorso tenuto a Torino, analizzando la crisi del parlamento, ho rilevato come una delle cause fondamentali di essa sia stata il
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«Una salda catena legava alla stessa sorte il parlamentarismo democratico, la burocrazia amministrativa e il sistema elettorale del feudo politico
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pensare anche agli estranei che il mezzogiorno non può essere guardato come una colonia economica, o come campo di sfruttamento politico, o come regione
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La lotta insinuata fra nord e sud non è, né può essere guardata come una lotta di egemonia politica ed economica; anche perché il sud non può dirsi
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una risposta chiara e, spero, decisiva, per la migliore comprensione della «questione meridionale».
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Come l'alta Italia ha una zona naturale di commercio e di comunicazioni che s'irradia nell'Europa centrale, specialmente del nord e dell'est, ed ha
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si ebbe alcuna visione sintetica; la rettifica dei confini restò una frase insignificante; e anche oggi l'Inghilterra tergiversa per la linea
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Era opportuno fare in Asia Minore una politica di mandati e di occupazioni economiche, destando verso di noi i sospetti turchi, per quell'accordo
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generale, una soluzione migliore di quella data oggi con i trattati di Rapallo e di Santa Margherita; e non tenne conto del Mediterraneo, del quale è
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esuberanza di braccia e necessità di espansione, non può, senza diffamare il proprio nome, fare una politica emigratoria di lavoratori senza capitali e
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dell'Inghilterra; e mentre una savia politica verso gli arabi di Libia potrebbe far convergere a noi molti interessi arabi dell'Asia e dell'Egitto, non è affatto
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Alcuni opinano che storicamente sia un errore credere che il sud Italia possa avere una sua floridezza, e quindi divenire un notevole centro
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L'unità nazionale fu così la vera forza di salvezza del mezzogiorno, creò ad esso una coscienza civile e politica e diede una spinta nuova di forza
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Ora io affermo con ogni convinzione che questo mezzogiorno povero, con condizioni fisiche aspre e difficili, che ha una ragione di permanente
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crearsi una agricoltura razionale (nessuno dirà che l'agricoltura del 1860 e quella di oggi siano le stesse), a tentare la trasformazione dei prodotti
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Spiego anzitutto il termine di connessione. La spinta a una grande trasformazione economica deve essere data dalla certezza del vantaggio, e dalla
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Lo sforzo politico deve essere, per legge naturale, pari allo sforzo economico, necessario a vincere gli ostacoli che si frappongono ad avere una
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Intendiamoci: il risorgimento meridionale non è opera momentanea e di pochi anni, o che dipenda da una qualsiasi legge, o che venga fuori dalla
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rapporto al mezzogiorno, è intessuta di errori e di danni, non riparati nemmeno oggi, anzi aggravati da una campagna furiosa, fatta dagli industriali a
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uniformità formale, per essere ascoltata. Si facevano le leggi: accenno a quelle agrarie. Il disboscamento pazzo del mezzogiorno imponeva una ricostruzione
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vari centri, non un centro. Roma è centro storico, morale, non economico. L'Italia non poteva trovare una misura unica, che creasse una metropoli per
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passivo a un regime attivo — si intende, nella affermazione di una politica mediterranea; — ma a condizione che si superino le tre barriere poste dal
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Il primo è quello delle braccia dei nostri lavoratori meridionali. L'emigrazione è stata una penosa «via crucis» tanto dell'emigrante fuori patria
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, ed hanno costituito una piccola proprietà produttrice, che ripara le perdite di quella che veniva venduta per emigrare o che era messa all'asta dal
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l'usura feroce e rifare in parte notevole la produttività del nostro suolo esausto, mediante una più o meno ragionevole concimazione.
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Errore e miseria han portato una parte del ceto semiborghese, e anche del ceto operaio, verso l'impiego: l'istruzione secondaria di ginnasio, di
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Io ho fede nelle nostre forze naturali; perché queste possano utilizzarsi, occorre una efficace preparazione, che sarà un'altra vigilia (come fu
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sicurezza, l'impiego burocratico dello stato dànno una fortissima percentuale di meridionali. La non sufficiente rimunerazione (oggi che i costi sono
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tutti gli errori commessi, è valso a formare una prima zona intermedia fra il semplice lavoratore salariato e il latifondista; ed è erroneo dire che
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imprese, ai guadagni, e quindi è una forza dinamica di primo ordine, molto maggiore di quelli che possiedono troppo, che sono lontani dal tumulto della
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Un'ultima domanda: una politica del mezzogiorno così descritta, che faccia perno sul Mediterraneo, non ferirebbe gl'interessi dell'alta Italia, non
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La risposta alla prima parte della domanda è stata da me chiaramente accennata in questo discorso, affermando che una politica del Mediterraneo può
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Nessuno oggi, del resto, vuol rinnovare gli errori di una politica siderurgica che costringa il resto dell'Italia a intisichire. La politica del
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Mi direte che faccio della poesia. No; voglio essere una voce che risuoni e richiami ad una realtà, presente e futura, fatta di elementi concreti
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economia e della politica nazionale, ma come parte integrante dell'Italia una: una di spirito, di volontà, di interessi, di fede, di vita e di
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, invocata da Giustino Fortunato, non è un semplice ed assurdo altruismo di due popolazioni che abbiano interessi, mentalità, costumi diversi, ma una
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a formare una salda coscienza collettiva, per l'intristimento doloroso delle coalizioni e delle clientele. Ma noi popolari, arrivati da pochi anni
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preminenze personali ad una visione più vasta della questione meridionale e della sua dinamica. Se una parola può venire da me al mio amato
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! Così il resto dell'Italia riconoscerà che il nostro è problema nazionale e unitario, basato sostanzialmente sulla chiara visione di una politica
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A questo risorgimento del mezzogiorno noi — popolari e meridionali — vogliamo cooperare, come ad una nuova forza sorgente per la saldezza e grandezza
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una, nella esuberanza di sentimenti e di idealismi, che splendono in Napoli bella e in Palermo ferace: come la visione di un perpetuo sogno, come
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