Il Mezzogiorno e la politica italiana
Il partito popolare italiano si è prefisso questo cómpito fin dal suo inizio, e ne volle prendere impegno segnandolo nelle sui tavole programmatiche
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Ogni provincia italiana, si può dire, ha il suo bene e il suo male; forse per questo si è mai parlato in Italia, come di questione permanente e
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dell'agricoltura e delle classi medie; e nel suo gioco politico pose sul medesimo piano le due forze del capitale industriale e del lavoro industriale
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stessa nazionale, come una forza reale da sviluppare nella sintesi delle forze italiane; il suo travaglio economico e morale è il travaglio della intera
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di fatto centro-europei. L'Italia, con il suo porto di Genova e l'hinterland lombardo, con le nuove comunicazioni rapide con la Francia, la Svizzera
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il suo sbocco a Genova — ed è bastata l'apertura delle Alpi prima e la triplice alleanza poi, a creare fino allo scoppio della guerra una economia che
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Francia e Inghilterra — quando l'Italia nuova e unita poteva ben pensare che era suo principale interesse e diritto la riconquista del Mediterraneo
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commerciale. Ma quando Roma imperiale allargò il suo ritmo, il nord e il lontano oriente divennero i suoi confini, il grano venne dall'Egitto più copioso e
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Giustino Fortunato, nel suo severo esame, confrontando nelle varie epoche le condizioni del nord con quelle del sud, arriva alla conclusione della
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economica. Occorreva trovare il suo centro di sviluppo e di vita, e questo centro è il Mediterraneo. (*) (*) L'impostazione di un'attività
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granaria del mezzogiorno è insufficiente al consumo locale, quindi anche il mezzogiorno è tributario all'estero e paga, o pagava, il suo dazio sul grano
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Inghilterra, come in parte era nella vecchia Austria, come, per il sistema federativo di un tempo, aveva il suo naturale fondamento anche nella Germania di ieri
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Fiume. L'Italia meridionale ha il suo retroterra limitato, e se i suoi porti di Napoli, Bari, Messina, Catania, Palermo, Cagliari hanno un commercio
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, ma ragioni organiche di vita locale e mezzo e strumenti di sviluppo generale, che lo stato integra o assume a suo carico, per la rivalutazione di
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come elementi diretti della sua attività e del suo pensiero, e di saperle attuare con le sue forze organiche e con la sua caratteristica regionale
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amministrativo — affrontare il suo avvenire come centro mediterraneo? A questa domanda l'istinto mi dice di rispondere di sì; ma prima di rispondere
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del suo ambiente, mettetelo nel contrasto della vita, perché ne superi le difficoltà, toglietelo dalle impressioni scoraggianti di impotenza, e ne
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un gran popolo nel suo divenire.
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mezzogiorno non ha capitali; io dico che esso non ha fede nel suo capitale, e quindi gli altri non hanno fede in esso, non perché di fatto non vi siano
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, ma per il suo rendimento; onde per questo lato le nostre industrie possono ben affrontare e superare la concorrenza. Ma se questo geniale lavoratore
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salario è il solo suo cespite per quei giorni lavorativi che il nostro clima consente. Chi ricorda le inchieste agrarie, i salari di fame, i patti
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interesse a non volere un'Austria legata o, peggio, unita alla Germania; e l'Italia dal suo canto ha tutte le ragioni a non volere ricostruito l'ex-impero
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Il socialismo meridionale non ha mai impostato il problema nel suo complesso; ha rilevato le condizioni sociali così depresse e il triste fenomeno
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La vecchia democrazia personalista è forte nel mezzogiorno: sta in agguato, aspetta, si insinua nelle pieghe dei nuovi partiti, vive del suo bagaglio
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