Il Mezzogiorno e la politica italiana
stessa semplicità con cui si parlò della Cuneo-Ventimiglia o della Ovada-Genova? E quando si pensò alle bonifiche emiliane, forse si diede loro la
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italiani. Ma mentre l'alta Italia moralmente si unificava, attirando a sé le forze del centro — per cui Milano fu detta la capitale morale — e mentre Roma
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una classe nuova intraprendente, verso cui polarizzare altre forze, specialmente quella del lavoro. I centri urbani erano il campo dei professionisti
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capitali a un tale mezzogiorno senza istruzione e senza volontà, i cui mezzi finanziari non potevano rispondere al ritmo rigoglioso e orgoglioso
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trasformazione industriale e commerciale, verso cui doveva gravitare gran parte della economia del nostro paese. Era quindi naturale che in alta Italia si
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orientale e il Giubaland; occorreva una precisa impostazione di interessi, di sbocchi commerciali e di sicurezza di confini, la cui mancanza sinora ha reso
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, Palermo e Napoli; cioè il mezzogiorno della costa lussureggiante o della pianura ferace, a cui faceva capo la produzione agricola e pastorizia
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propri. Lo sforzo è stato discontinuo, limitato ad alcune zone, provato da crisi fortissime, senza una vera assistenza da parte dello stato, la cui opera
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di coloro che sentono e operano nelle varie regioni. È questo un torto la cui colpa è da attribuirsi specialmente ai meridionali. Quando i nostri
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pericolo sorpassato e come un doloroso esodo di popolo in cerca di altra patria, a cui la propria era matrigna. Oggi la prova pel mezzogiorno può dirsi
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idroelettrici, fra i quali primo e di grande importanza nazionale l'utilizzazione delle acque della Sila (il cui piano ha già avuto, oltre le agevolazioni di
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, di dignità verso l'estero (affrettiamoci a chiudere la vertenza di Rapallo e Santa Margherita con la Jugoslavia); in cui le due parti dell'Italia
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