Il Marchese di Roccaverdina
a quegli strettoi, a quei pigiatoi, a quelle macchine, ancora non adoprate e che in quel punto gli pareva non sarebbero mai arrivate ad essere
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, da qualche tempo in qua, lo salutasse a denti stretti ogni volta che lo incontrava. Egli si sentiva trafiggere l'anima pensando a quel peccatore che
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parecchie migliaia di secoli! ... Ero venuto a posta per farglielo vedere ... E anche per sapere che c'è di vero in quel che mi è stato detto. Si è
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; e al marchese sembrava che ora tutta la sua tetra casa fosse illuminata da altra luce, sorridesse e quasi cantasse, tanto era insolito quel risonar
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che invece la turbarono di più. Era rimasto turbatissimo anche lui. Gli pareva che la marchesa, accettando in casa loro quel ragazzo, vi introducesse
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Silvio!» «Sia fatta ... la volontà ... di Dio!» Con la tosse che gli soffocava le parole in gola, il petto di quel magro corpicciuolo, scosso rudemente
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per poco - ne sorrideva compiacendosi - non lo avevano spinto al suicidio, quel giorno che era andato a rinchiudersi nella cameretta al secondo piano
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balaustrata del portico, col becco aperto in atto di cantare. Egli avrebbe voluto vedere quel quadro in chiesa, su l'altare di una cappella, e non là
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chiamava subito: «Mamma Grazia!». In quel momento voleva qualcuno che gli stesse vicino e lo aiutasse a vincere quell'impressione. Mamma Grazia
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, forse, che scaldandomi la fantasia e mettendomi paura, giungerete a farmi vedere quel che non è? Infine, sarebbe un'allucinazione, niente altro!» «E se
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quel giorno avea dovuto stentare per vincere l'ossessione dell'orribile sospetto. E per ciò e per altro ancora egli aveva talvolta la turbatrice
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faccia al mistero della morte è subito ridiventato quel che era una volta: credente, cattolico, bestia prima e più bestia ora! ... Vi accompagno
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parlargli del processo. «Perché? Perché?» Non sapeva spiegarselo. Sospettava dunque anche lui quel che dicevano le male genti? Era impossibile! E affrettava
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in casa quel Crocifisso, marchese? Meglio tenerlo nascosto nel mezzanino, che esporlo nella chiesucola di un convento ridotto una mandria indecente da
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passavano avanti frettolose. E alle prime gocce di pioggia rare e stentate: «Viva! Viva la divina Provvidenza!». Non lo gridava soltanto quel centinaio di
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niente! per lui.» «Ma che si dirà di te?» «Che m'importa di quel che si dirà? Voglio andar via! Non voglio restare un altro solo giorno in questa sua
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alle ricchezze dalla pudica miseria della sua famiglia decaduta, quanto col vedere finalmente avverato quel che era stato per lei il lungo sogno
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che montava in collera, il marchese irruppe nella stanza, facendo balzare in piedi l'avvocato che in quel momento chi sa dov'era con la fantasia
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del balconcino della sua cameretta avea minacciato di cedere, di spalancarsi, di lasciar invadere la casa da quel che sembrava un nemico assediante
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, le ruote avevano urtato in un mucchio di sassi che ingombrava metà della carraia. «Qui accadde la disgrazia!», disse Titta. Quel mucchio di sassi
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annebbiava la vista, ma non giungeva a prorompere; con le mani dolorosamente incrociate, e il petto ansante di angoscia a quel continuo agitare della testa
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marchesa pensava a quel gesto, a quella dolorosa espressione del viso di lui osservata la mattina, quando il marchese stava per partire per Margitello
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Infatti non gliene aveva riparlato più; ma tutti e due capivano che ognuno di essi pensava continuamente a quel silenzio impostosi e ne soffriva in
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rischiarato per alcuni istanti il soprapporto dell'uscio di faccia, e il marchese aveva strizzato gli occhi per distinguere le figure annerite di quel
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letto. All'infoschirsi del viso, si sarebbe detto che quella visita, a quell'ora, con quel tempaccio, non riuscisse molto gradita al marchese. Rimasto
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Mamma Grazia, vedendola ricomparire, nell'anticamera, l'aveva rimproverata. «Siete contenta? Quasi gli mancassero dispiaceri a quel povero figlio mio
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sembrata un laberinto. Ah, quel marchese grande , che aveva avuto il mal del calcinaccio in città e in campagna! Fare e disfare era stato per lui
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l'idea che il suo nome si leggerebbe su una targa del Museo di Londra; questo era il patto. Quel lord comprava per conto del Museo di Londra. «Trentamila
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viso pallido, con quei capelli castagni pettinati all'antica, semplicemente, con quel fazzoletto di seta scuro che glielo contornava, e col vestito
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?". Non osava di fiatare però. E i vicini, zitti; avevano paura di lui, tornato dalla galera, con quel viso smorto smorto che inverdiva sempre peggio
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mandarvi via! Bestioni!» E, chiusosi nello studio, sbatacchiando con impeto l'uscio, aveva continuato a gridare ancora: «Bestie! Bestie!», con quel
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. Gli era accaduto di passare da quel punto anche senza che un rapido ricordo del fatto gli si destasse nella memoria; quella volta però, non ostante
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quel salone a pianterreno, stendevano il collo e si sollevavano su la punta dei piedi per sentir parlare il marchese o l'avvocato seduti là in faccia sul
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slanciarsi sopra di lui appena si fosse deliberato ad attuare quel progetto iniziatore della nuova fase della sua vita. E cavava fuori oggi un pretesto