Il Marchese di Roccaverdina
, pur troppo: quella donnaccia.» «Non me ne parlate, zia!» «Anzi debbo parlartene.» «È inutile, vi dico. Per me, è come se non esistesse più, ve lo giuro
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marchesa ... » «Ah! Questa poi! ... » «Scambiandola per la Solmo ... Fuoco che è covato sotto cenere.» «Eh, via! Il canonico Cipolla ne ha detta una più
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vita, vedendo animate da tre figure femminili quelle stanze dove egli, da più di un anno, non vedeva altra donna all'infuori della vecchia nutrice che
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Il povero don Silvio attendeva da più di mezz'ora nell'anticamera, e mamma Grazia veniva di tanto in tanto a tenergli compagnia. «Abbiate pazienza
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le sue liti e tutti i suoi affari. A Ràbbato, dove trovarlo un altro avvocato più esperto e più onesto di don Aquilante Guzzardi? Bisognava prenderlo
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Poco più in là del portone da cui era uscita, Agrippina Solmo si trovava a faccia a faccia con mastro Vito Noccia, calzolaio. «Che vi accade, comare
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desiderare diciotto mesi, o quasi non riconoscessero più la strada da percorrere per andare verso Ràbbato. Si erano affacciate lungo un gran tratto
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Don Silvio La Ciura si era alzato più volte dal tavolino dove teneva aperto davanti a sé uno dei quattro tomi del breviario. Quella sera sembrava che
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allontanato da lei, proprio quando avveniva la improvvisa rovina della sua famiglia, e più tardi aveva accettato in casa una donna che tutti credevano
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fatto il miracolo». «In due, mamma Grazia? Ci voleva tanto?» Tentò di ridere, ma il riso gli si ghiacciò su le labbra. Più tardi, lanciando a tutta
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, mastro Vito! Niente! ... Neppure un sospetto! ... Avevo anzi voluto andarmene da Ràbbato, per levarmegli di mezzo. Il marchese non voleva più vedermi
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faccia al mistero della morte è subito ridiventato quel che era una volta: credente, cattolico, bestia prima e più bestia ora! ... Vi accompagno
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non usciva dall'albergo un istante, per farle la guardia, e anche per riempirsene gli occhi l'ultima volta. Non li avrebbe più riveduti quei
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: «Lo avete più riveduto?». «Chi?» «Lui! ... E quell'altro?» Parlava basso, quasi avesse paura di essere udito da qualcuno; ed erano loro due soli
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, più volte, domandato ironicamente all'avvocato: «Che dicono gli Spiriti? Si divertono ancora a tormentarvi?» - don Aquilante gli aveva raccontato
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sono così; uno più ladro dell'altro. Bruti! Anime di animali in corpo umano.» E pronunziava queste parole con aria misteriosa scrollando la testa
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quasi nero, semplicissimo anch'esso, mostrava più anni che ella non avesse in realtà. Qualche cosa però della primitiva grazia sussisteva tuttavia nei
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Infatti non gliene aveva riparlato più; ma tutti e due capivano che ognuno di essi pensava continuamente a quel silenzio impostosi e ne soffriva in
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consolazione di rivedere colà la baronessa, dopo tanti e tanti anni che non ci veniva più, si affacciava timidamente a questo o a quell'uscio, facendo strani
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cucina.» «Bevetene almeno una tazza. Non potrà farvi male», egli disse con accento di preghiere, rivolgendosi alla marchesa. «Più tardi, forse
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gli era parso e piaciuto. Si sentiva meglio di un re in casa sua. Comandava ed era obbedito più di Vittorio Emanuele che non poteva far niente
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che non finivano più. Finalmente si udì sbatacchiare la porta di entrata e, quasi subito, acceso in viso pel sangue che gli saliva alla testa ogni volta
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Ciura! E il giorno della processione ... Uno spettacolo! Tutti a piedi scalzi, e con corone di spine in testa, una sfilata che non finiva più, a dispetto
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sentimento di ammirazione che lo rendeva più timido del solito. Era rimasto in piedi, con una punta del cappello da prete appoggiata alle labbra, e
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, sorrise; e quantunque avesse pregato don Aquilante di non più riparlargli di quelle cose , ed ora ne sentisse più che mai invincibile terrore, provò un
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attenuanti? Non era possibile! Per ciò alcuni dei più curiosi si erano aggruppati in Piazza dell'Orologio per fermare la carrozza al passaggio. E fu
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rieletti, o almeno far entrare nel Consiglio, invece di qualcuno di loro, il marchese che sarebbe poi stato il personaggio più importante tra quei
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ripetuta all'ingegnere. Quando tutto fu in ordine e gli stanzoni sgombrati, spazzati, parevano più larghi, più luminosi, quasi una chiesa da farvi le
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!» Ella lo chiamava così da più di quarant'anni. Anzi, ora che la casa era stata vuotata e dai matrimoni e dalle morti, e vi rimanevano soltanto il
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oppressione. Era soddisfatto. Con lieta meraviglia, si sentiva tranquillo. La coscienza non gli rimordeva più, o almeno non lo atterriva coi tetri fantasmi che
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Non già che il marchese fosse innamorato come un giovanotto (egli anzi si meravigliava un po' di non provare per la Mugnos qualche cosa di più che un
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che invece la turbarono di più. Era rimasto turbatissimo anche lui. Gli pareva che la marchesa, accettando in casa loro quel ragazzo, vi introducesse
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alla rinnovazione dell'armento più che decimato dal tifo bovino, al dissodamento dei terreni, ad acquistare il grano della sementa per rifarsi dei danni
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dei Pignataro, portandogli via gli ori e i quattrini; e non se ne seppe più né nova né novella !». «Compare Santi ha fatto il terzo! Ci vuole coraggio