Il Marchese di Roccaverdina
Il cavalier Pergola trovò il marchese che sbraitava ancora: «Sono padrone io in casa mia! O che? Dovevo chiedere il permesso al canonico Cipolla
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Infatti non gliene aveva riparlato più; ma tutti e due capivano che ognuno di essi pensava continuamente a quel silenzio impostosi e ne soffriva in
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sentimento di ammirazione che lo rendeva più timido del solito. Era rimasto in piedi, con una punta del cappello da prete appoggiata alle labbra, e
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Il povero don Silvio attendeva da più di mezz'ora nell'anticamera, e mamma Grazia veniva di tanto in tanto a tenergli compagnia. «Abbiate pazienza
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tante persone, nessuno gli dava retta. La signora Mugnos e Cristina, aiutate dal cavalier Pergola, portavano in camera la marchesa che sembrava un
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con gravità: «Finalmente si è smaterializzato!». Il marchese, che non aveva udito bene, guardatolo in viso con stupore, replicò: «Si è
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Ma non si decideva. Sentiva qualche cosa dentro di sé, che sopravveniva sempre ad arrestarlo nei momenti in cui egli avrebbe voluto prendere
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lontani, ch'egli stesso si maravigliava di questo strano fenomeno della sua memoria. Di tratto in tratto però, con lunghi intervalli, qualcuna di
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fatto il miracolo». «In due, mamma Grazia? Ci voleva tanto?» Tentò di ridere, ma il riso gli si ghiacciò su le labbra. Più tardi, lanciando a tutta
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Non aveva avuto agio di riflettere lungo il faticoso giro per straducole e vicoletti a fine di evitare in qualche modo la furia del vento; ma appena
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siete qui.» «Vorrei darvi ogni felicità ... Mi sentivo più sicura, più coraggiosa allora, quando attendevo di giorno in giorno, di momento in momento
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tornare addietro; per timidezza, come ai tempi ormai lontani in cui non aveva osato di fare alla giovinetta un'aperta dichiarazione; e anche per vergogna
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abbia anche un po' di febbre. Cosa da niente ... Porto il lume. Ha voluto essere lasciata allo scuro.» Mario lo precedette in camera. «Che cosa è stato
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.» «Tu conosci le mie intenzioni.» «Vi sono grato e vi ringrazio, zia!» «Il mio testamento è in mano del notaio Lomonaco. Non vorrai costringermi a
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carte sotto braccio e la grossa canna d'India impugnata, quasi dovesse servirgli di sostegno, quantunque egli andasse ben diritto, scotendo di tratto in
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testa a tutti. Non c'erano voluti meno di otto giorni prima che ogni cosa fosse in assetto. Ma, finalmente, gli strettoi con le grosse viti e le
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Erano anni che il marchese e suo zio il cavaliere don Tindaro non si guardavano in faccia. Dal giorno che il marchese non aveva voluto permettergli
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settant'onze, in tanti bei pezzi di dodici tarì d'argento, uno sopra l'altro! E dopo andava dicendo, a chi voleva saperlo e a chi non voleva saperlo, che
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gente, aveva fornito il pretesto al marchese di andare in Casino, d'intrattenervisi a lungo, di tornarvi altre volte con lo stesso pretesto. «C'è
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, trasportato alla Casina, era rinvenuto dopo due ore! ... Il vecchio si era presentato al marchese con la corda in mano: «Vi restituisco le settant'onze
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marchese e lei, il suo sentimento di maternità si era accresciuto fino al punto che in certi momenti le sembrava di non avergli dato il solo latte, ma
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operai, tutti in piedi attorno al tavolino dove il marchese, seduto, esaminava liste di conti scarabocchiate con grossa scrittura. «Scusate, marchese
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Poco più in là del portone da cui era uscita, Agrippina Solmo si trovava a faccia a faccia con mastro Vito Noccia, calzolaio. «Che vi accade, comare
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mani scoppiando in singhiozzi. Poi, levata in alto la mano destra, aveva gridato: «Signore, lo giuro al vostro divino cospetto: sono innocente! E se
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che invece la turbarono di più. Era rimasto turbatissimo anche lui. Gli pareva che la marchesa, accettando in casa loro quel ragazzo, vi introducesse
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partito per Margitello. Titta, il cocchiere, si meravigliava di vedere il padrone rannicchiato in fondo alla carrozza chiusa, e insolitamente
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di cera dei candelabri di argento a otto bracci, che ornavano colà le consolli dorate, nelle rarissime circostanze in cui doveva ricevere qualche
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buttavano, di tratto in tratto, sul selciato della via qualche tegola o qualche vaso da fiori che vi si fracassavano con pauroso rumore. La sua casetta a un
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trovarlo.» «Sono stati sempre un po' in urto. Anche lui, con quelle sue antichità!» «Da che il marchese gli ha permesso di scavare a Casalicchio, oh
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diversa da quella che egli desiderava? Intanto bisognava pensare a ripulire la casa, a farvi grandi mutamenti. Mai, come in quei giorni, essa non gli era
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Nelle ore, nei giorni in cui l'affaccendamento per la fabbrica e le cure della campagna non lo assorbivano interamente - era bisognato provvedere
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Due mesi dopo, Zòsima Mugnos, diventata marchesa di Roccaverdina, era ancora quasi incredula della felicità raggiunta non tanto col trovarsi in mezzo
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istanti, concentrato, quasi frugasse in fondo alla memoria per trovarvi un lontano ricordo; poi, indifferente, aveva ripreso il triste ritmo dei suoi gridi
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dirompersi in pioggia? Dense, nerastre, bianchicce agli orli, esse si distendevano, si avvolgevano, si allungavano, si confondevano insieme, formando un cupo