Il Marchese di Roccaverdina
, e a Palermo c'era la Monarchia che funzionava da papa pei siciliani. In quanto ai conventi e ai monasteri, certamente erano una risorsa per certe
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da uno dei quattro usci alti fino al cornicione, dopo di aver dato una rapida occhiata ai ritratti polverosi; ai quadri anneriti e screpolati; agli
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maledizione! Mi sento morire! Mi vuoi morta dunque?» «Oh, Zòsima! ... Gesù Cristo ci comanda di perdonare ai nostri nemici.» «Sta' zitta tu! ... Non puoi
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avessero poi dovuto dar lavoro alle macine, agli strettoi, ai pigiatoi, e riempire i coppi e le botti. Perché questo scorato presentimento? Non sapeva
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, agli angeli, ai santi ... È comodo. Non sospettate neppure che ci possa essere una verità più vera di quella che insegnano i preti ... » Il marchese
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la buona vecchietta attendeva nel portone i suoi poveri, seduta su un seggiolone coperto di cuoio, con ai lati due cofani ricolmi di grosse fette di
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, ai vini. Io non bevo vino, lo sai.» «Lo bevono gli altri, e debbono comprarlo per forza.» «Non pianterai vigne anche a Casalicchio! Lasciami, prima
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' imbalorditi pensando anche ai gran quattrini già spesi. Li aveva anticipati il marchese, è vero, ma alla fine essi dovevano venir fuori dalle loro
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; le botti, insediate sui sostegni di pietra intagliata, si allineavano in ordine digradante, dalla botte grande ai bottacci e ai bottaccini con le
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buttata ai piedi del Presidente della Corte, coi capelli disciolti, col viso inondato di lagrime, chiedendo grazia pel marito: «È innocente come Gesù
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una sbornia. In vino veritas ; così ci direte la vera verità intorno ai vostri Spiriti ... Ma ci credete, proprio?». «Non ho mai preso sbornie in vita
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Dio in terra. Col pretesto di un viaggio nel continente, egli sarebbe andato a Roma per buttarsi ai piedi di Sua Santità. - Doveva fondare un altare
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, intorno a certi ritratti di antichi personaggi dei Lagomorto, appesi ai due lati della stanza sopra le cassapanche strette e lunghe con spalliere ornate
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Casaccio, poveretto!» «Che ve n'importa? Badate ai fatti vostri.» «Sceglieremo due periti», fece il marchese. «Stavo per dire di no, sentendovi
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la scena avvenuta poco prima davanti ai muratori che davano l'intonaco alle pareti di quella stanza; giacché il marchese aveva fatto introdurre colà
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certi fatti non fanno comodo ai materialisti, essi fingono di non vederli. Ma i fatti non per questo non sono veri, non per questo rimangono annullati
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non era più tornato a confessarsi! E ogni sera, nella nuda cameretta dove lo aveva visto inginocchiato ai suoi piedi, pregava intensamente perché il
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nel dare ai mobili, agli oggetti, alle disposizioni del servizio quell'impronta che soltanto l'istinto, l'occhio e la mano della donna sanno imprimervi
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ai primi capitoli della Genesi. Di tratto in tratto si udiva la voce severa di don Aquilante che ripeteva: «Parole il cui senso non è stato ancora
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affacciandosi ai balconi si capiva di trovarsi al terzo piano. Egli già aveva tracciato uno schizzo dei mutamenti da fare. Ma l'ingegnere, che mostrava
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comanderà qui e provvederà ai fatti miei.» Lo zio don Tindaro e il cavalier Pergola venivano tre, quattro volte nella giornata, in compagnia del dottor
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piazze con gridi rabbiosi, con ululi prolungati, ora vicini, ora lontani, che davano i brividi al povero prete. Ai ripetuti assalti, l'imposta poco solida
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, rimase là, dubbioso. Non credeva ai suoi orecchi, quasi don Silvio avesse potuto fargli il cattivo scherzo di fingere di morire. A casa, trovò mamma
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da cavallo, legata la mula a uno degli anelli di ferro confitti a posta nel muro ai due lati del portoncino, si affrettava ad entrare. Ella gli corse
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alla testa ch'egli cercava di nascondere mettendosi a passeggiare su e giù per la stanza, voltando le spalle al massaio e ai tre contadini. «Degli
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l'ingegnere. «Non è facile trovarne, nella sua condizione, una uguale. Qualunque altra, padrona, com'era qui lei, di ogni cosa, avrebbe pensato ai casi
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tante altre cose che non lo riguardavano da vicino. Doveva badare ai suoi affari, non voleva avere grattacapi per nessuno. Che gl'importava che fosse
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asino, un mulo, una cavalla col puledro dietro, pascolavano, legati a una lunga fune, o con pastoie ai piedi davanti, tra le poche stoppie non ancora
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gente lo costringesse a vivere in un'atmosfera insidiosa, dove non poteva respirare liberamente. Non vedeva l'ora di sottrarsi ai loro sguardi, di