Il Marchese di Roccaverdina
Ma non si decideva. Sentiva qualche cosa dentro di sé, che sopravveniva sempre ad arrestarlo nei momenti in cui egli avrebbe voluto prendere
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, senza cerimonie, amichevolmente, il canonico e il prevosto venuti a trovarlo. «"Ma come, signor marchese! E la parrocchia? Il Cristo spettava ad essa
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accorse ad osservarle come spettacolo nuovo e inatteso. Sarebbero rimaste ferme là? Si sarebbero disperse? Che attendevano ormai per farsi avanti e
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accusa gettatale in viso dalla vecchia signora. E, quasi continuasse ad alta voce il rapido ragionamento interiore che le agitava le labbra e la faceva
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a quegli strettoi, a quei pigiatoi, a quelle macchine, ancora non adoprate e che in quel punto gli pareva non sarebbero mai arrivate ad essere
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dell'aglio, come se il sole e l'aria non riuscissero ad abbronzarlo. Per farla breve ... Vergine benedetta! Pare impossibile! ... Ormai egli era convinto
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Spiriti fin qui?» «L'ho seguito a dieci passi di distanza, senza potere raggiungerlo. Ora è agitato; comincia ad aver coscienza della sua nuova condizione
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volta che veniva a vederla, mandato a chiamare per lo più; e per ciò aveva tentato di tirare in lungo il discorso, ad evitare la noia della temuta predica
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destinata ad occupare, un giorno o l'altro, il posto ch'ella s'era immaginato potesse essere suo. Aveva pianto nella sua cameretta, si era chiusa
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felicità!» Avevano dovuto picchiare più volte prima che venissero ad aprire il portoncino, chiuso perché la folla dei curiosi non invadesse la casa. «Ma
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avrebbero fatto ammattire! Fortunatamente, fin allora, la sua intelligenza si era conservata benissimo, per ciò il marchese continuava ad affidargli tutte
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persona affezionata e fedele. Nessuno meglio di voi potrebbe servire ad evocarlo.» «Ma io non mi metto a fare certe sciocchezze!» «I vostri famosi
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alla rinnovazione dell'armento più che decimato dal tifo bovino, al dissodamento dei terreni, ad acquistare il grano della sementa per rifarsi dei danni
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senza mandare nessuno ad impedire quella pazzia! ... Il vecchio aveva detto a un nepote: «Domani il marchese troverà un frutto nuovo a un ramo del
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, secondo lui, vi si ammetteva facilmente troppa gentuccia. Il marchese sembrava trasfigurato. Da due giorni, don Aquilante lo guardava stupito e stava ad
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rimasti, e di bruciare e seppellire i cadaveri di quelli che il tifo continuava ancora ad ammazzare, il massaio e i garzoni avevano visto arrivare il
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che non potevano avere nessun senso per lei: «Sì, hanno giurato? ... Perché hanno giurato? Volevano ridersi di me?». Tornava ad agitarsi, a smaniare
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una delle principali virtù della vecchia signora. Ma don Carmelo era corso ad annunciare alla padrona: «C'è il marchese!». E per alcuni istanti anche
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da cavallo, legata la mula a uno degli anelli di ferro confitti a posta nel muro ai due lati del portoncino, si affrettava ad entrare. Ella gli corse
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affari di casa mia? Ho appena tempo di badare ad essi! Gente sfaccendata ci vuole per servire il comune! ... Buona sera, signori!». E scappava
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l'altra in circostanze gravi, in atteggiamenti di rimprovero o di accusa, o semplicemente in atto di discorrere con lui o di stare ad ascoltarlo, no
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La baronessa di Lagomorto, che da dieci anni usciva di casa soltanto per andare ad ascoltar una messa, le domeniche, nella vicina chiesetta delle
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ottenere l'assoluzione, per farsi imporre una penitenza? Oh! Non poteva più vivere così ... E tornava ad irrompere contro se stesso: «L'orgoglio ti acceca
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poteva servire ad altro che a far scavezzare l'osso del collo alla gente. Inutile anche, perché dal lato opposto si entrava a pian terreno, e soltanto
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capelli in disordine, buttata per terra la mantellina, si era messa ad asciugargli, senza una parola, senza una lagrima, con un pietoso stupore negli occhi
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dorando la campagna attorno, egli ebbe, lungo la strada, sempre davanti agli occhi la visione della cupa notte, in cui la gelosia lo aveva spinto ad
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costretto a rivolgere la parola pure a lui che si era avvicinato salutandolo il primo. Il cavaliere, ad arte o no, lo aveva toccato nel debole, domandandogli
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tre giorni e mezzo che ancora mancavano gli parvero una eternità. Sarebbe stato vero? Il venerdì non poté restare ad attendere che la campana grande di
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gesto e soggiunse: «Fate come vi pare! Sono venuto qui ad afforcarmi; coi miei propri piedi ci sono venuto! Il signor marchese non dovrebbe approfittarsi
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esitare ad accorrere al richiamo di felicità quando egli aveva chiesto la mano di lei. «Saprò farvi dimenticare tutto?» «Ho già dimenticato, poiché voi
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; ma il notaio Mazza, assaggiatolo, nel punto di fare un brindisi, si era arrestato, assaporando, facendo scoppiettare le labbra, tornando ad assaggiare
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accento di grande tristezza don Silvio. «Non dovevo, non potevo sposarla io, e la volevo sempre mia. Non badai ad altro. Nel mio cuore c'era allora