IX legislatura – Tornata dell’8 maggio 1866
Io vengo, signori, dal Piemonte, ho assistito con commozione all'entusiasmo col quale i nostri abbronziti soldati lasciano le mogli ed i figli alle
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nostri sentimenti, io credo che sia indispensabile di seguire l'esempio che le popolazioni stesse ci danno. Signori, se si farà guerra, sarà lunga e
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Ora a questo proposito io farò a lui due domande, una delle quali, almeno per conto mio, e forse per conto di molti degli onorevoli colleghi nostri
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parte ai nostri propositi ed alle nostre dichiarazioni; esso, lo ripeto, non faceva che ridurre in legge quello che sarebbe stato disposto per semplice
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assicurare in tal guisa il compimento dei nostri destini.
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Ma la nostra legge non è fatta contro i nostri amici, essa è contro i nemici; è un freno a coloro che non amano l'unità d'Italia, e che vogliono
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l'equità, la dottrina, l'imparzialità dei nostri magistrati; ma certo è che per questo genere di reati politici, i giurati danno molto maggiore garanzia
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Noi non abbiamo in verità mestieri d'imporre questa legge ai nostri giornali liberali, ma noi abbiamo, o signori, dovizia anco di giornali che non
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questo è perfettamente vero. Io sono convinto che non vi sia modo migliore per indurre in errore il nemico sui nostri movimenti, che quello di
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quale volesse giudicare dei nostri movimenti militari: ma resta la questione delle polemiche.
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della libertà, per impedire ai nostri nemici di avere notizie che potrebbero costare anche il sangue prezioso dei nostri generosi soldati.
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una volta che per difetto di una legge che freni la tracotanza dei nostri nemici, il popolo ha dovuto fare giustizia da se stesso.
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giornali di pubblicare i nostri movimenti militari si voglia attentare alla libertà della stampa. Sarebbe portare all'eccesso questo culto che tutti
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La seconda è relativa ai giornali esteri. Signori, noi vogliamo impedire, e con giusta ragione, che i nostri giornali pubblichino notizie relative
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Or dunque sul campo noi abbiamo non solo le schiere nemiche austriache contro di noi, ma abbiamo già ordinate pei nostri danni anche le schiere
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Noi dobbiamo, in questi momenti specialmente, quasi esclusivamente, vigilare sui nostri avversari politici.
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Signori, raccomandandovi ancora una volta la vigilanza sui nostri nemici clericali, io finisco osservandovi questo che ha un alto significato nella
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No, diciamolo altamente, benchè la liberazione dei nostri fratelli di Venezia ed il compimento dell'unità nazionale facciano di una guerra contro
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amministrazione, rivelò da sè quale fosse la sacra cagione che mirabilmente componeva ad improvvisa concordia tutti gli animi nostri.
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battaglia perduta da' nostri nemici. Io desidero che importi un novello annunzio somigliante la votazione, pressochè unanime, di questo progetto di
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Accademia della crusca
