IX Legislatura – Tornata dell'11 febbraio 1867
milioni e mezzo di Italiani del settentrione, quando l'unità d'Italia non era.
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A Padova il prefetto, appena seppe che si era deliberata un'adunanza allo stesso scopo, scrisse un'ordinanza che credo bene leggere alla Camera:
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A Venezia si era deliberata una pubblica adunanza per discutere su quella legge. Istituita una Commissione, essa invitava i deputati di quella
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Si proponeva da ultimo ed era votato all'unanimità dalla Camera un ordine del giorno che prendeva atto delle dichiarazioni dell'onorevole Ricasoli
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subalpino non era stato mai violato. Ed è vero; ciò non avvenne mai, nemmeno nei tempi in cui l'Austria accampava minacciosa sul Ticino. Egli ricordava
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Rispondeva che non bastano pretesti per violare quell'articolo; che l'obbligo del Governo era di invigilare, null'altro che invigilare: e appunto
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documenti necessari non vi era altra osservazione da fare dal Seggio principale che potesse dare diritto di non valutare gli otto voti; conseguentemente
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documenti dai quali risultava che gli otto ammessi a votare avessero veramente la facoltà di farlo, non era da ritenersi che dovessero computarsi nel
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Giusino Gaetano che era stato proclamato dalia sezione principale del collegio di Vizzini.
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l'ufficio definitivo proclamò, la Camera, a senso di quanto è previsto dalla legge elettorale, viene a proclamare l'altro candidato che era in
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Ecco perchè era dovere della sezione, quando presentò il voto di questi elettori, di presentare il documento per giustificarne la loro qualità di
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Accademia della crusca
