IX Legislatura – Tornata del 22 novembre 1865
In tutte queste elezioni si procedette regolarmente ed a norma perfetta di legge; per conseguenza l'ufficio VI le ha approvate ad unanimità, e non
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si deve osservare; è la legge che la Camera ha sancita a sè stessa, vi debbono essere delle norme stabili e sicure nel condurre le nostre discussioni
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, nè di alcun reclamo nel senso di legge; ed in conseguenza l'ufficio non poteva far altro di quel che fece, cioè domandare all'unanimità che la
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Non avendo alcuno de' due candidati ottenuto la maggioranza voluta dalla legge, si dovette venire al ballottaggio.
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Vi sono 14 schede dubbie, e il presidente con un raziocinio tutto suo dice: La legge vuole che vi sieno
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Il presidente dell'ufficio elettorale, interpretando a modo suo la legge, ha ammesso a votare tutti gli analfabeti che erano compresi nelle liste del
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attribuendosi un potere che la legge elettorale non accorda agli uffici dei collegi elettorali, eliminò dalla lista elettorale 43 elettori.
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d'interpretare a modo suo la legge e di applicarla come meglio gli conveniva, ma si credette anche nella facoltà di mutare assolutamente il significato
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elettorale non ha il diritto di far tale questione, e che interpretando la legge, la quale in moltissimi articoli è chiara, dispone che nelle provincie
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Nelle altre sezioni del collegio la cosa andava ben diversamente; i presidenti di queste altre sezioni, interpretando bene la legge, lasciavano
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personali, appellandosene all'opinione pubblica, e si additano tassativamente le principali manifeste violazioni di legge senza interloquire sulle altre, e
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L'articolo 1, n° 3, della legge elettorale del 17 dicembre 1860 dispone che gli analfabeti non possono essere elettori, e per le provincie
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Dunque mancherebbe la condizione necessaria voluta dalla legge: che gli elettori analfabeti si trovassero inscritti nelle liste elettorali precedenti
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Nessuno avendo ottenuto la maggioranza voluta dalla legge, fu dichiarato il ballottaggio tra il signor Romano Liborio ed il signor Cortese Paolo.
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evidentemente la legge.
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legge affida all'ufficio medesimo.
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colla massima scrupolosità, e quindi non si è fermato neppure alle disposizioni generali della legge, ma ha voluto anche consultare gli antecedenti
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dalle liste precedenti del 1848 e 1860, onde eliminare il trionfo della ignoranza e della illegalità sulla intelligenza, sulla legge.»
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L'ufficio III ritenne di non dover tener conto di questa circostanza, perchè prima di tutto la legge ammette una certa classe di analfabeti a votare
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l'ufficio III considerando che il Seggio elettorale avea obbligo di lasciar votare tutti gli elettori inscritti, considerando che del resto la legge, come
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dell'articolo 34 della legge. Il Seggio rispose a questa protesta che si era fatto carico di chiedere a ciascun elettore la sua età, e che sotto questo
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, perchè vi concorrono le due condizioni volute dalla legge.
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importa, perchè anche togliendo, come disse il relatore, i tre voti all'onorevole Martini, egli avrebbe ancora la maggioranza voluta dalla legge; ma
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possa rivelare chiaramente, ove si confermi, che nell'urna furono cacciate molte schede dalla stessa mano, violando così le forme più sacre della legge
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voti, uno fu dichiarato nullo. Nessuno avendo ottenuto il numero di voti richiesti dalla legge, ebbe luogo il secondo scrutinio, al quale prese parte
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In amendue questi collegi le operazioni si eseguirono a norma della legge, i verbali sono in regola e non vi furono nè proteste, nè reclami.
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Accademia della crusca
