IL RE DEL MARE
sguardo si persuasero che non era il caso d'impegnare una lotta, anche se il grosso dei nemici si trovava, almeno per parecchie ore, nell'impossibilità
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tempestose nubi ed in alto si sentiva il vento ruggire tremendamente sulla vetta dell'isolotto. Il mare era spaventoso fra le tre isole. Montagne d'acqua
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L'agonia dell'incrociatore, agonia terribile e spaventevole era cominciata. Il mostro fumante esauriva vanamente le sue ultime forze tentando ancora
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non aveva cessato di aumentare, però non era ancora così violento da rendere difficoltosa la navigazione dell'incrociatore, dotato di splendide
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Yanez. - Che cos'è dunque che ci ha fermati? - Non lo sappiamo ancora. - Per Giove! Era ubriaco il pilota? Bella fama che si acquistano i malesi! Ed io
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offriva d'incontrare qualche nave. Era necessario prendere una decisione suprema, e fu subito presa da Sandokan e da Yanez, d'accordo con Tremal-Naik e
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si era limitato a quattro morti, quattro artiglieri mutilati dallo scoppio di una granata. Il Re del Mare non aveva rallentata la sua marcia. Sandokan
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L'indiano non aveva opposto la menoma resistenza, anzi il sorriso ironico che gli sfiorava le labbra non era nemmeno sparito. Pareva che quell'uomo
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L'acqua già da cinque ore continuava a montare nella baia e a poco a poco aveva coperto interamente il banco, su cui la Marianna si era incagliata
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una semplice mossa del capo il secondo. A bordo il rimbombo era assordante, spaventevole. Getti di fuoco scattavano dalle feritoie delle torricelle e
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La sconfitta delle tigri di Mompracem era oramai questione di minuti. Il praho di Tremal-Naik, stretto dalla scialuppa a vapore e dalle due doppie
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-Datu, quel vasto promontorio che chiude verso ponente il golfo, o meglio, il mare di Sarawak. La Marianna v'era di già, nascosta entro una piccola rada
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Yanez, scherzando. Un rumore di voci si era udito verso la porta. Un momento dopo le traverse cadevano al suolo e uno sprazzo di luce invadeva il
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labbra. Fortunatamente il capitano Moreland, che volgeva le spalle alla porta e che nell'alzarsi si era imbrogliata la correggia della sciabola nella
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di poppa, era addirittura sfarzoso. La sala centrale sopratutto, che serviva da pranzo e da ricevimento insieme, era ricchissima, con scaffali, tavola
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d'attacco, con gran spreco di munizioni da parte dei dayaki e molto fracasso. L'unico successo ottenuto era stata la demolizione della torricella che
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coraggiosissima e nell'apprendere nel medesimo tempo, che la via per sfuggire quel grave pericolo gli era stata tagliata. Yanez invece, aveva ascoltato il
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. - Nave a vapore! - aveva segnalato Kammamuri, che era di guardia sulle coffe del trinchetto. Sandokan che stava pranzando coi suoi amici e
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numerosi, ma solo quello montato dalla Tigre, che era ancora più grosso di quello che Yanez aveva perduto sul Kabatuan, era in grado di tenere, almeno
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lanterne. Yanez pel primo era giunto sulla tolda, tendendo una mano al terribile pirata e l'altra alla giovane indiana. - Nulla? - aveva chiesto la Tigre
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calmarsi. La nera nube si era squarciata e attraverso uno strappo mostravasi la luna. Solo in lontananza il tuono continuava a brontolare e si udiva il
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fame e la sete. Non si erano però ancora allontanate, attendendo il loro comandante, il quale si era ancora recisamente rifiutato di lasciare la sua
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Cinque minuti dopo il drappello guardava silenziosamente il fiumicello che era scarsissimo d'acqua e si radunava sulla riva opposta che era priva
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rajah. Era davvero una splendida nave, dotata di straordinarie qualità marinaresche, nonostante le sue corazze, le sue torri e le sue artiglierie; una
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rapidamente d'intensità, formando un rimbombo incessante, come se molti pezzi d'artiglieria e molte spingarde sparassero insieme. Yanez era diventato pallido
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ora s'abbassava, come se subisse delle scosse improvvise. Si era già molto inoltrata entro quel profondo squarcio della costa, quando l'uomo bianco che
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dorso, spinto innanzi dal meticcio che non faceva economia di urti e di minacce. Il disgraziato era in preda ad un terrore profondo, eppure non pareva
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le eliche funzionassero furiosamente in senso contrario, poi si era arrestato, conservando una immobilità assoluta, essendo l'oceano perfettamente
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quel potere misterioso che come dicemmo si trasmette colla parola, riportò delle bruciature non lievi, ma la colpa era stata tutta sua, secondo i
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accertarsi se l'equipaggio della sua piccola nave era riuscito nella missione affidatagli, ossia di armare e di sollevare i suoi vecchi alleati, i
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dove il malese asseriva d'aver udito i rami scricchiolare. Il meticcio gli si era messo dietro cercando di non far rumore. Percorsero così una
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della marina anglo-indiana e che si era seduto accanto a Darma. - Io debbo a voi delle spiegazioni, - disse il figlio del terribile thug, - che non
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un ampio turbante di seta verde che gli calava fino sugli occhi. Pareva che avesse cinquanta o sessanta anni. La sua pelle era assai abbronzata, ma