IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
bue quanto costa? - Non è per la vostra bocca, Mastro Acconcia-e-guasta; è per la tavola del Re. - Ho la bocca come lui! Glielo dicevano a posta ogni
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corni dell'abbondanza. Se Vostra Maestà non li vuole, son pronto a riprenderli. - Riprendili pure. Il Re, non trovando da ridire, fece rilasciare il
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Vostra Maestà vuole così. Solamente, chiedo una grazia. - Che grazia? - Per l'ultima volta, vorrei cantare una canzonetta al cospetto di Vostra Maestà
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credergli. In che modo egli non s'accorgeva dei proprio vocione? Ma il contadino soggiunse: - Tant'è vero, che Vostra Maestà vien chiamato re Tuono. Il Re fu
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. La colpa è vostra. - Hai ragione. E il vecchio riprendeva a lavorare, canticchiando: Il mal tempo dee passare, Il bel tempo dee venire. Zun! Zun
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. - Quanto ne vuoi? - domandò il Re. - Faccia Vostra Maestà; il gattino non ha prezzo. Il Re gli diede una moneta d'oro. Il figurinaio s'attendeva di più
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costoro. Forse, per la stranezza, lo gradirà. E mandò a chiamare la ragazza. - Vuoi essere la cuoca della Regina? - Come piace a Vostra Maestà. - Vieni ad
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la vostra Bambolina? - Cadde in mare e se la mangiarono i pesci. Il marito rispondeva così; e la moglie stava zitta e piangeva. Come mai nessuno aveva
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lasciava menare pel naso da quella donna. - Babbo, vostra moglie m'ha picchiato! - Perché non la chiami mamma? Chiamala mamma. - La mia mamma non è
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mangiato vivo da questi mostri. S'intese il grido dell'Orco che ritornava dalla caccia: - Uhii! Uhii! - Lesto, nella vostra grotta, e non fiatate fino a
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scritta tutta di suo pugno. - Per l'oro, vieni domani. - Come piace a Vostra Maestà. E la gente: - Bravo, Gessaio! Evviva l'asino dai guidaleschi! Ora
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! - Provate - soggiunse il vecchio; - in mano vostra non fischia più. Infatti non fischiava più. E il Reuccio glielo rese: - Grazie di nuovo, buon