IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
campavano la vita. Avvenne una gran siccità: nei campi non nacque un filo di erba; e non ci fu più da lavorare per nessuno dei due. Avevano un
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, costui non è del paese; è piovuto non si sa di dove; cacciatelo via. - Come si fa a cacciarlo? - Nessuno gli dia pane, acqua e foco, pena la vita: dovrà
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questa è la mia. Si sposarono, e lavoravano da mattina a sera. Lei faceva legna e lui faceva carbone. Ma era una vita dura. Pure mettevano sempre
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guidaleschi. - Il Re è padrone anche della mia vita. L'asino è lì; menatelo via. Fanno per accostarsi, e l'asino si rivolta, spara calci alle gambe e
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C'era una volta un sarto, che campava la vita mettendo toppe e rivoltando vestiti usati. Nella sua botteguccia ci si vedeva appena; per ciò lavorava
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vita. Quella mattina, Mastro Acconcia-e-guasta dovette rassegnarsi a portar via certa carnaccia che non l'avrebbero voluta neppure i cani; pesce
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paura, e preferiva ogni altro guaio a quello di restar sordo per tutta la vita. Un giorno si presentò al palazzo reale un contadino: - Voglio parlare al
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campa non ci muore. Chi c'è morto, torni in vita. Mammadraga l'è finita! Andarono a guardare nella grotta accanto, dov'erano ammonticchiate tutte le
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, che inciampò, e cadde. Al grido di lei, il Reuccio poté frenare a tempo il suo cavallo e salvarle la vita. Scese subito di sella, l'aiutò a rizzarsi in
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tutta la corte. Ma il povero Re che per un anno, un mese e un giorno non avea mangiato altro che granchi e ranocchi, era ridotto in fin di vita. - Ben mi
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, scavate! La Reginotta, sfinita, si buttò per terra: - Mi sento mancare! E morì. Grillino comparve; e vista la Reginotta senza vita, si mise a piangere
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tasca; pena la vita. Quel giorno, nel posto indicato, si vide più di un centinaio di persone che si guardavano in faccia sospettose, tenendo le mani
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vita e sfoggiare. - Quanto lo Fate questo qui? - Cento lire. - Uh! Una miseria! Tenete. - A chi li date cotesti gusci di telline? Qui non si fa la
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. La Reginotta però, a ricordo della sua cattiveria di bambina, fece voto di non mangiare mai più né pepe né sale in vita sua. E così finisce la storia
Accademia della crusca
