IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
sul tetto d'una casa, in cima a un albero, dove nessuno poteva raggiungerlo. E di lassù canzonava i compagni: - Trih! Trih! Trih! Era il suo verso. Suo
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. - Gessaio, arriverai fra un anno? - Gessaio, ti pesava la testa sul collo? Il Gessaio li lasciava dire, e lasciò che l'asino andasse di quel passo fino
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o col cocuzzolo, egli adattava subito un pezzetto di legno al suo tornio, e con un piede sul pedale e in mano lo scalpello, si metteva a lavorare
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sempre davanti la porta, con gli occhiali sul naso; e, tirando l'ago, canterellava: Il mal tempo dee passare, Il bel tempo dee venire. Zun! Zun! Zun
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le nocche delle dita su la padellina che dava un bel suono; poi, per chiasso, la posò sul focolare spento e, ridendo, disse al padre: - Che volete
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ugne. La Reginotta aperse e trovò il gattino di gesso sul davanzale; crollava la testa e pareva dicesse: Grazie! grazie! - Sta' zitto, gattino; se no, il
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chiasso. E si misero a ruzzare sul letto, con salti e capriole. Più tardi, aprirono la porta e si trovarono nella via. - Tu per dove vai? - Per qua. - Io
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dieci miglia lontano, salì sul tetto del palazzo reale e fece il bando da se stesso, ingrossando la voce più che poteva: - Chi saprà guarirmi dal
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vecchia trovò sul pianerottolo la Reginotta che l'aspettava: - Vecchina, donde venite e dove andate? Vecchina, che ricordo mi lasciate? E colei rispose
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mezz'esercito morto sul campo. E quando l'esercito vittorioso fece ritorno, a capo d'esso c'era il barbiere, cioè il Principe, con la coda all'aria e
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vendicarti. Se tu fossi Re, io sarei Regina! Picchia oggi, picchiadomani, il Reuccio cominciò a pensare sul serio alla vendetta contro il fratello. Lo
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, lo ripose in un vasetto con l'acqua, in camera sua; lo chiamò il Fiore della Zoppina. La notte, sul punto di addormentarsi, a un tratto ode: - Psi! Psi
Accademia della crusca
