IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
mettevano al sole davanti la porta di casa, e stavano lì lunghe ore a guardare i bambini che facevano il chiasso. - Ricordi, moglie mia? - Ricordi, marito
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volontà, di Dio, come le aveva detto la nonna; ma la notte, nella sua misera cameretta, si metteva a piangere, zitta zitta; e pregava: - Nonnina mia
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lasciava menare pel naso da quella donna. - Babbo, vostra moglie m'ha picchiato! - Perché non la chiami mamma? Chiamala mamma. - La mia mamma non è
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facevano parere più brutte fin le toppe, non ne vollero più sapere di lui e del suo lavoro. - Figliuola mia, come faremo? - Faremo la volontà di Dio. Il
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pesci. Ho venduto barca, reti e ogni cosa, e il denaro è già. finito. Non so fare altro mestiere. Moriremo di fame io, mia moglie e Bambolina. - Senti
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andare; la mia sorte vuole così. Pianti, grida disperate: - Non sarà mai, figliuola mia! Non sarà mai! Ma la Reginotta s'ostinò: - Lasciatemi andare. Il
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odore che avrebbe risuscitato un morto. - Oh, che miracolo, figliuola mia! Siamo ricchi! Nella padellina fumavano due costolette da bastare anche per
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. Il Re aveva una figliuola e voleva maritarla. - Chi vuoi sposare, figliuola mia? Il Reuccio di Francia? Il Reuccio di Spagna? Il Reuccio di Portogallo
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Re stupì. - E dov'è la tua corona? - Sotto il letto di mia madre. Il Re mandò a cercare nella casetta affumicata sotto il letto della povera donna
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guidaleschi. - Il Re è padrone anche della mia vita. L'asino è lì; menatelo via. Fanno per accostarsi, e l'asino si rivolta, spara calci alle gambe e
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mia parola. Chi lo sentiva? Lo vedevano gesticolare con le braccia e muovere le labbra, quasi fingesse di parlare. Il Ministro accostò l'orecchio alla
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stette zitto e andò a chiudersi in camera sua. Non voleva più uscirne. Quand'era solo piangeva: - Ah, Trottolina mia! Non puoi dirmi più: Buon giorno
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all'agonia. - Ah, Mastro Acconcia-e-guasta, salvate la mia cara figliuola! - Ah, Real Maestà, salvate il mio caro Succhiellino! - In che modo? - C'è un