IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
colla e i chiodi dovevano comprarli gli avventori. - Perché, Mastro Acconcia-e-guasta? - Perché sì. I chiodi che avanzavano li rendeva, la colla no
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! - Zitta, o ti torco il collo. Passava gente, e la bambina, intimidita, tacque. Di lì a pochi passi: - Babbo, dove mi porti? - Dove vuole la tua sorte
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, seduta per terra. Tutt'a un tratto, ecco un calpestìo tra le macchie lì accosto, e un fiuto forte forte: - Uh! Uh! Uh! Oh, che buon odore! Uh! Uh! Uh! Oh
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, ci s'arrabbiava, e li mandava via a calci, facendoli ruzzolare per le scale del palazzo reale. Nei primi giorni, coi nuovi Ministri le cose andavano
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, rinvenne; e cominciò a lamentarsi, a chiamare soccorso: - Aiuto, buoni cristiani, aiuto! Era già buio. Udendo rumore lì accosto, il poverino gridò
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. - Gessaio, arriverai fra un anno? - Gessaio, ti pesava la testa sul collo? Il Gessaio li lasciava dire, e lasciò che l'asino andasse di quel passo fino
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vedo più. - Rimase lì col naso all'aria, stupito della buona Fortuna. Andò subito a fare un po' di spesa, e poi si mise a cuocere la minestra
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mettevano al sole davanti la porta di casa, e stavano lì lunghe ore a guardare i bambini che facevano il chiasso. - Ricordi, moglie mia? - Ricordi, marito
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corni dell'abbondanza. Se Vostra Maestà non li vuole, son pronto a riprenderli. - Riprendili pure. Il Re, non trovando da ridire, fece rilasciare il
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manine, o pure allo specchio o alla finestra, quantunque la nonna spesso la sgridasse: - Chi aspetti lì, a quella finestra? - Aspetto il Reuccio Né
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piangere: - Povero gattino mio! Di lì a pochi minuti, dietro l'impòsta si sente: - Meo! Meo! Meo! E un zampino picchiava ai vetri e grattava con le
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ch'era lì tutta affumicata e gliela strofinò nella faccia, annerendogliela come quella d'una mora. Ma da quel giorno in poi, la padellina non frisse più
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fatta il fabbro ferraio; se la Trottolina non parla, è colpa sua. Il Re si capacitò. - Aspetta lì; mandiamo a chiamare il fabbro ferraio. E il fabbro
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soffio non li faceva avanzare. La lotta durava da più ore, senza che l'aquila e le nuvole avessero potuto guadagnare un palmo di spazio. Il libeccio