IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
, a quel vocione cupo cupo, rabbrividì: - Povero a me! Son capitato alle mani dell'Orco! L'Orco, era proprio lui! Se lo mise sotto braccio come un
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pigiava per vedere lo strano spettacolo. L'asino andava a passi di formica, balenando su le gambe scarne, e con le orecchie ciondoloni. E la gente rideva
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. - Ah, babbo scellerato! Ah, babbo senza cuore! La donna-pesce mi mangerà. Il pescatore sbalordì. - Che ne sai tu della donna-pesce? - L'ho sognata la
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tanti sacrifizi per te. L'hai dimenticato dunque tutt'a un tratto? - Ed io? L'hai dimenticato? Sono il marito, devo bere il primo. - Sono donna
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diventava. - L'avete fatto a posta, per onta! Maestà, me la pagherete! E andò via, senza salutare nessuno, minaccioso. Arrivò, secondo, il Reuccio di Spagna
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. - Quando viene qui la Mammadraga, teniamoci forte per le mani. L'anellino ci aiuterà. Infatti, a mezzogiorno, entrò la Mammadraga per scegliere il bambino
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C'era una volta due poveri contadini, marito e moglie, che campavano stentatamente, lavorando da mattina a sera. L'omo andava a giornata, la donna
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loro. L'odore si sentiva per tutta la via. D'allora in poi, a ogni mezzogiorno, la ragazza metteva la padellina sul focolare spento e domandava al
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vestiti vecchi parevano quasi nuovi. - Sarto, e il lavoro chi l'ha fatto? - L'ho fatto io. - Stando con le mani in mano? - Stando con le mani in mano
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fatto? - L'ho dato a lavare. Si contentò della risposta e si mise alla finestra. Da qualche tempo aveva notato che il Reuccio, passando, alzava gli occhi
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grazia, avete visto passare per aria una bella ragazza trasportata dal vento? - L'abbiamo vista. Volava, volava; pareva un uccellaccio. - E per dove
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, finché non si udì più nessun grido o lamento della Strega. Il fuoco si spense, e la porta si aperse. L'incanto era disfatto. Reuccio e Reginotta
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lingua! Vo' vedere com'è fatta. - Perché ti arrabbi? Vogliono vedere la tua lingua? E tu mostragliela, sciocco! Così! E fece l'atto. L'altro, sbadatamente
Accademia della crusca
