IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
o col cocuzzolo, egli adattava subito un pezzetto di legno al suo tornio, e con un piede sul pedale e in mano lo scalpello, si metteva a lavorare
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quando. E se gli avventori si lamentavano, egli, che era di umore allegro, rispondeva: - Per un soldino, vi faccio la barba e una braciola; e brontolate
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te. Il marito era manesco, e la donna, appena egli andò via, si mise a cercare attentamente, per non essere picchiata. Cerca qua, cerca là, non ci fu
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foreste; non trovereste la via. Mio padre v'incontrerebbe e ne farebbe due bocconi. Bisogna avere il suo anello per non smarrirsi; ma egli lo porta
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ce la date a intendere, Mastro Acconcia-e-guasta! Egli alzava le spalle e tirava su una presa di tabacco: - Lasciatemi in pace. La cosa giunse fino
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figliuola: - Da' qua. Eccoti Bambolina. - Non le manca neppure un capello? - Neppure un capello. Egli tacque della ciocca tagliatele poco prima, temendo
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prestavano a vestire la ragazza, a pettinarla, a lavarle la faccia; egli doveva imboccarla. A ogni boccone, brontolava: - Chi non ha braccia, non dovrebbe
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sua dote. Il Re e Tramoggia si sposarono. La stessa sera delle nozze egli le disse: - Vieni a vedere la tua camera. Le fece scendere scale dietro
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prender servizio, ragazzo? - Che devo fare? - Strigliare i cavalli e portarli a bere alla fontana. Una mattina egli vide passare davanti la scuderia la
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credergli. In che modo egli non s'accorgeva dei proprio vocione? Ma il contadino soggiunse: - Tant'è vero, che Vostra Maestà vien chiamato re Tuono. Il Re fu
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C'era una volta un contadino che aveva una figliuola. Egli andava a giornata; la figliuola filava stoppa o tesseva tela per conto delle vicine: così
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dovresti fargli la coda d'oro, Gessaio. La mattina dopo egli si presentò con l'asino a palazzo. - Maestà, son venuto pel mio carico d'oro. - Te ne do
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. Egli stava per rimettersi il fischietto in tasca; ma rieccoti il vecchio dalla barba bianca, lunga fino alle ginocchia, che gli aveva fatto quel regalo
Accademia della crusca
