IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
cavata. A un tratto: Largo! Largo! Ed ecco il Gessaio a cavalcioni dell'asino che, a testa bassa, con le orecchie ciondoloni, balenava su le gambe
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Acconcia-e-guasta si chiudeva in bottega e metteva tanto di spranga alla porta. Ed ecco, acciottolìo di piatti, tintinnìo di bicchieri, rumore di argenteria
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, diventavano sordi in poco tempo; ed era una disperazione. La povera gente che andava a chiedere giustizia ci rimetteva un polmone per farsi sentire, e
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mise a saltare dalla gioia. Il Re fece al tornitore e al fabbro ferraio un magnifico regalo, ed essi ne portarono una buona parte al Mago. - Tenete tutto
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! Aveva una figliuola bella quanto il sole, ma senza braccia, ed era la sua disperazione. Le vicine lo aiutavano: oggi una, domani un'altra, si
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! Ed eran passati sei mesi. Il Re sbadigiiava davanti la porta del mulino con le mani in mano, aspettando gli avventori che non venivano mai. Per
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ed era spoppato di fresco, e uscì fuori città. Cammina, cammina, la notte lo sorprese in una pianura deserta. Non c'era casolare dove rifugiarsi; non
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tratto di tasca il fischietto, mezzo incredulo, gridò: - Aquila, aquila messaggiera, ai miei comandi! Fischia, ed ecco l'aquila che scende dall'alto con
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tanti sacrifizi per te. L'hai dimenticato dunque tutt'a un tratto? - Ed io? L'hai dimenticato? Sono il marito, devo bere il primo. - Sono donna
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mangiare, invece, Bambolina aveva un appetito che sbalordiva; i poveri genitori non sapevano a qual santo votarsi per sfamarla. Ed era una bocca inutile
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mondo da starle a paro. Il calzolaio diventò Principe, e sua figlia Reginotta. Dormi, figlia Regina! Dormi, il Reuccio arriva! Ed era arrivato
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, fa' quello! ... Zoppina, vien qua! Zoppina, va' là. Non le dava requie un momento; ed ella intanto se ne stava in panciolle per non sciuparsi le belle
Accademia della crusca
