IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
C'era una volta un Re che aveva due figli, uno buono e l'altro cattivo. Quello buono era il Reuccio, e alla morte del padre doveva essere Re. La cosa
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prestavano a vestire la ragazza, a pettinarla, a lavarle la faccia; egli doveva imboccarla. A ogni boccone, brontolava: - Chi non ha braccia, non dovrebbe
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il Re. La gente scrollava il capo: - Il barbiere è ammattito. Il Re intanto schizzava foco e fiamme contro di lui; ma doveva frenarsi. Chi ce la
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pescarle? Colui doveva averle già spese. Chi sa per che mani passavano in quel momento. E poi, come riconoscerle fra le altre monete d'oro fatte con
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doveva spedire una staffetta a un Re suo vicino, e voleva la risposta dalla mattina alla sera. I corrieri reali dissero: - Maestà, è impossibile. Non
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teneva chiusi lì a fine d'ingrassarli e averli più saporiti quando doveva mangiarseli. I bambini che non sapevano nulla, facevano il chiasso. Ogni
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piangeva giorno e notte. Colei sfoggiava abiti di seta, collane, e anelli, e orecchini di brillanti: la Zoppina, doveva indossare un vestituccio di
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cielo. Dal gran fumo non ci si vedeva. E tutti piangevano il Re che doveva essere carbonizzato a quell'ora, insieme coi Ministri e le persone di corte
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morte del padre doveva essere Re. La cosa non garbava al fratello cattivo. Il Re si turbò, e lo interruppe: - La vostra fiaba non mi piace. - State a
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rallegrò interamente. Gua'! Si sarebbe fatto radere la testa e sarebbe finita. Il Mago doveva contentarsi d'una bella mancia; ora che s'era lasciato
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! - Siamo più miseri di voi - rispose il padre. - Rivolgetevi altrove. La ragazza invece prese la pagnottella, che doveva essere il suo desinare di quel
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tastò il collo, gli pareva di averci attorno la corda del boia che doveva strozzarlo. Quel cambio col Reuccio era impossibile. Pure si risolse di
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fama della bellezza della Reginotta; il Re di Portogallo mandò a richiederla pel Reuccio che doveva prendere moglie. Grande imbarazzo. Se rispondevano
Accademia della crusca
