IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
. - Gessaio, arriverai fra un anno? - Gessaio, ti pesava la testa sul collo? Il Gessaio li lasciava dire, e lasciò che l'asino andasse di quel passo fino
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e chi me la diè! - Non dire così, non dire così! - sentì rispondersi un giorno. A quella voce fioca, fioca, che veniva dal fondo della stanza, la
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spesso spesso non riusciva. Gli affari correvano a rotta di collo; la gente non ne poteva più. Ma, come dire al Re: - Maestà, siete voi che Fate assordire
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, pareva cantasse. Dicendo al Reuccio: La Trottolina parlerà, il povero tornitore intendeva dire appunto di quel brusìo. Il Reuccio però non l'aveva
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gattino: - Meo! Meo! Meo! - Gattino, che vuoi dire? - Meo! Meo! Meo! Guardò attorno, per terra. Sotto un piede del tavolino c'era una moneta d'oro
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non ci muore. - Che vuol dire? - Va' e vedrai. Più avanti incontra una scimmia che saltava da un albero all'altro. Un po' impaurita, domandò: - É
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da lei udita ogni notte. Perciò la notte appresso, appena sentì dire: - Ci penserò io - subito gli domandò: - In nome del Signore, tu chi sei? Ma non
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cavaliere! Chi cerca trova. Il vecchio aveva un bel dire; la radica non veniva fuori. Il Reuccio grondava di sudore, si sentiva rotte le braccia
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, non se lo fece dire due volte. - Siano mani di Reginotta; parola di Re! E gli occhi del Reuccio, toccati dalle mani della ragazza, tornarono a un
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ripensava a quel corno. Dormendo, lo sognava. Gli pareva di vederne uscire ogni ben di Dio. Bastava dire: Corno, dammi questo! Corno, dammi quello! Il
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accusarglielo: - Grillino, Grillino, non far dispiacere alla tua mammina. - Trih! Trih! Trih! Lasciateli dire. Finalmente Grillino ne fece una molto grossa
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. Il Re gli credette, e ordinò che gli restituissero ogni cosa. - Badate però di non dire più: Ho la bocca come lui! Ve ne pentirete. Mastro Acconcia-e
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Ministri. - Che vuol dire: Chi l'ha fatta e può disfarla? Nessuno riusciva a capirlo. Chi l'ha fatta è sua madre; ma come mai può disfarla? Ci