IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
la mattina dopo all'alba era di ritorno. Quando aveva fatto una buona retata, scorgendo da lontano la moglie che lo attendeva, ansiosa, alla spiaggia
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mio mulino, Chi vien primo ha il contentino. Púuh! Púuh! Púuh! Una mattina arrivò primo un garzone del Re con una mula carica di grano. Terminato di
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tuonasse; e per ciò gli avevano appiccicato il nomignolo di re Tuono. I Ministri e le persone di corte, dovendo praticare con lui tutti i giorni
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C'era una volta un barbiere che faceva la barba alla povera gente. Scorticava le facce con un vecchio rasoio e vi trinciava braciole di quando in
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non garbava al cattivo, e pensò di disfarsi del fratello per diventare Re lui. Un giorno gli disse: - Andiamo a caccia? E andarono. Giunti in mezzo a
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campavano la vita. Avvenne una gran siccità: nei campi non nacque un filo di erba; e non ci fu più da lavorare per nessuno dei due. Avevano un
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C'era una volta un figurinaio che andava attorno per le vie vendendo figurine di gesso: - Chi vuol figurine, chi vuole! Su la tavola che portava in
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donna? - Cerco del Re. - Il Re sono io. La vecchia gli fece una bella riverenza e gli porse una lettera: - É del Re di Spagna. Il Re di Spagna pregava
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. - Fratellini non ne voglio. - Perché? - Perché ... Passò un anno. Vedendo che non c'era nessuna speranza di avere un figliuolo, la matrigna
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, un martello, una Tanaglia, il pancone e nient'altro. Lavorava di grosso, e ordinariamente gli davano ad acconciare cose vecchie; per questo gli
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poverina? É mancanza di carità rammentarle il suo difetto. - O se è vero ch'ella è Zoppina! Non me lo invento io. E la cattiva rideva, per giunta. Si
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si lamentavano mai. Andavano a dormire di buon'ora, e la mattina, prima dell'alba, erano all'erta. Una notte si sentono svegliare dal canto di un
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, il peggio di tutti, spelato, con un moncherino di coda, pieno di guidaleschi, pareva si reggesse su le gambe proprio per miracolo. Accadde che il Re
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aver bocca! La ragazza, invece di arrabbiarsi per questo continuo brontolìo, si metteva a ridere e rispondeva: - Dovevate farmi le braccia e non la bocca
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o col cocuzzolo, egli adattava subito un pezzetto di legno al suo tornio, e con un piede sul pedale e in mano lo scalpello, si metteva a lavorare
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avrebbero finito di mangiare quel poco messo da parte in tant'anni di fatiche e di stenti. Si eran voluti sempre bene, eran sempre vissuti in pace, contenti
Accademia della crusca
