IL PAESE DI CUCCAGNA
, di cui erano parati i mobili e coperto il letto, e a cui rassomigliava, nel disegno, la carta di Francia che copriva le pareti; la toilette acchiusa
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delle case, delle botteghe, dei cavalli, delle carrozze: le rose, le camelie, le dalie, i garofani erano i più richiesti. Presso tutti i sarti e presso
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, dal grezzo e ampio focolare di tufo, e da uno stanzone dove erano poste le tavole rustiche per mangiare e per bere. Al primo piano, a cui si accedeva
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alla devozione sua, che non le poteva nascondere la verità sul suo stato: il viaggio e la campagna erano una necessità di vita. Così egli scriveva, il
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ripetute le parole: si loca. tre cartellini dicevano, che erano disponibili tre appartamenti grandi, di tante stanze, visibili nelle tali ore; e
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alla litografia Martello, le cui piccole macchine da biglietti di visita si erano chetate, affettavano gravemente un popone giallastro; mentre, sulla
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delle rose. E in quel giorno caldo di calendimaggio, portavano una rosa in mano, tutte le belle sartine che erano uscite per far commissioni, e che
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nell'aria era quell'odor nauseante solforoso dei temporali di agosto. In piazza San Ferdinando le carrozze da nolo, dal soffietto levato, erano tutte
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Le due sorelle, donna Caterina e donna Concetta, erano sedute dirimpetto, da un lato e dall'altro della tavola da pranzo: mangiavano in silenzio, con
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prossima, finirono per non muoversi dai loro paesi. Quelli che erano giunti nella prima settimana di luglio e contavano di restare sino alla fine di
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, era con lei di una tenerezza infinita; le parlava spesso, malinconicamente, dei suoi tre bei figliuoli che erano partiti, tutti per l'oscuro mondo degli
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di fanciulla. Erano corsi due anni dal giorno in cui uno dei più giovani, ma anche dei più illustri medici napoletani, era venuto a prender dimora colà
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dell'agente di cambio apparì. Così mutata! Oramai tutta la giovinezza, prolungata dal vivere di gaudente e dai cosmetici, ne era fuggita: le tempie erano
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, fatto per dare soccorso, apportatore di conforto, la cui presenza, la cui voce, le cui parole erano una sicurezza, una speranza, un saldo appoggio, con
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sacrilegio di punire l' Ecce Homo, veva vevavenduto i santi, la Madonna e l' Ecce Homo er giuocarne il denaro al lotto. Non vi erano più santi protettori in
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Antonio Amati erano egoisti o indifferenti. Non riesciva loro di distrarsi dal contatto morale con Carlo Cavalcanti: non riesciva loro di concentrarsi
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Ambedue i giuocatori erano saliti pian piano, per le scale, come due malfattori, o come due giovanotti timidi, che hanno trasgredito agli ordini
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parte: egli diventava mal pagatore. I due padroni di casa, dell'appartamento e della bottega, si erano lagnati più volte, avevano anche essi i loro
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grande torso dell' Ecce Homo, grandezza umana, di legno e stucco, pareva poveretto come tutto l'ambiente. Invano innanzi all'altare erano posti i due
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attributi delle corse, un fermacarte che era una busta d'argento con cinque suggelli d'oro che erano cinque vecchie ghinee, un portacenere di bronzo che