IL PAESE DI CUCCAGNA
Il dolce aprile aveva fatto sbocciare tutti i fiori dei giardini, degli orti, delle terrazze e dei balconi napoletani: dovunque vi era un po' di
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, dagli opifici usciva più forte il rumore delle seghe, delle pialle, dei martelli: nelle botteghe dalle porte socchiuse, nelle case si vegliava: le più
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di camorristi, in piazza della Pignasecca, per un colpo di rivoltella nel ventre. Viveva di elemosina e ogni venerdì capitava a casa delle due
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Campobasso, ad Avellino, a Benevento, a Potenza, con molto dolore delle fanciulle e dei giovanotti. Una stagione perduta! All'albergo dei Fiori, n piazza
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delle vampe scure, con quella risoluzione di volontà in certe linee del profilo e del mento, che indicano nel cuore feminile una forza segreta, latente
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movimento, un gelido aspetto fra claustrale e scolastico. Ma il gran movimento mattinale di via Santa Chiara, delle persone che scendono dai quartieri
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glorioso retaggio delle spose felici. Ma invece, quella vita col pubblico, tenendo un sorriso stereotipato sulle labbra, non potendo scambiare una
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piegava, pensieroso, sotto il peso delle trecce nere! Pure, attraverso quella vita tutta lavoro utile, per sé e per gli altri, attraverso quella
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equivoco, quasi di strada male abitata e mal sicura: una via senza tetraggine, ma spirante la diffidenza delle chiuse finestre, dei balconi scarsamente
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, lavorava al suo merletto sul tombolo, ripensava quello che vi era scritto, ricordandosene già delle frasi a memoria, rivedendone innanzi agli occhi
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chiarore della lampada che ardeva innanzi alla Madonna Addolorata rischiarava solo il candore delle mani affilate e la nerezza delle grosse trecce
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per guarirla. Aveva soltanto ottenuto, offrendo la sua carrozza, che Bianca Maria andasse a fare delle lunghe passeggiate in carrozza, in riva al mare
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scricchiolanti, delle porte stridenti: non temeva di nulla, in quella glaciale casa dove era morta di languore, di dolore, sua moglie, dove pareva ancora si
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, troppa ne aveva usata e non voleva parer complice delle sue frodi. Frodi, aveva detto e ripetuto, malgrado che avesse visto il pallore mortale di cui si
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parlatorio delle Sacramentiste e il nudo appartamento del palazzo Rossi, quella faccia trasparente, quelle palpebre chiuse dalle ombre violette, quelle labbra
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Dio, pranzava talvolta con un piatto cucinato, che le mandava, dal Monastero delle Sacramentiste, sua zia, suora Maria degli Angioli: e i due vecchi
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da dispensa, era piena di salami nerastri e formaggi puzzolenti: alle mura pendevano le trecce degli agli, i mazzi delle cipolle, delle sorbe, e
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sera, vanno e vengono una quantità di facce sospette. L'altra sera, stando sul terrazzino a innaffiare i fiori, mi parve udire delle grida e dei lamenti
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uno sforzo, la povera figliuola sorrideva, un minuto secondo: e la vecchia serva appagata, tornava a sedersi, mormorando fra sé le parole delle orazioni
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attributi delle corse, un fermacarte che era una busta d'argento con cinque suggelli d'oro che erano cinque vecchie ghinee, un portacenere di bronzo che