IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
sua testa cornuta. Le corna venivano sino alla metà della vòlta celeste; una gamba poggiava sopra uno dei monti, l'altra sull'altro. Poi, in un minuto
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sentire il rombo dei primi tuoni, e poi via via cre- scere la tempesta e, scrosciare la pioggia e scoppiare le folgori, finché un po' alla volta, con
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. Intanto l'antiquario lo seguiva con lo sguardo e lottava dentro di sé. Finalmente disse: "Insomma, anche questa volta farò un sacrifizio. Ti darò le
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delle occhiate incendiarie, che incon- travano gli sguardi della Nene, la quale si sentiva ogni volta una lieve trafittura nel cuore ed una fiamma al
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isfondare il palco un altro dì ad un mimo pallido e mingherlino mandò ironicamente questo saluto: Fa' di star sano e un'altra volta ad uno di troppo
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giuoca- vano alle carte. Uno di essi, appena vide lo Zen, gli gridò: "Ehi, maestro, l'abbiamo fatta grossa questa volta. È stato qui dal padrone" e il
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canto degli allievi procedeva liscio sopra l'accompagna- mento, che udivano per la prima volta; se i duetti ed i terzetti an- davano innanzi senza
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la volta fronzuta, pestava ora que- sto ora quello. I tre rematori durarono fatica a condurre nel rio stretto e curvo il grosso battello, il quale
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volermi istruire, e la pregherò anzi di farlo un'altra volta. Ma le sembra che uno possa impancarsi da arbitro in una materia che conosce a mala pena e da
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diceva addio e, memore del suo primo mestiere, balzava sulla poppa del sandolino e s'allontanava cantando. Nene qualche volta lo aspettava invano, con
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pendevano alla loro volta due triangoletti pur d'oro, dondolanti a ogni gesto. C'era un vecchio di settant'anni, dritto; portava il pizzo bianco
Accademia della crusca
