IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
corrente fresca, e mi scorreva sulla pelle un leggiero brivido; poi tornavo nel tepore quieto e beato. Quella libertà delle membra in mezzo a quella
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andava di nuovo con l'animo pieno di afflizione. Non aveva più né pianoforte, né scuo- la, né casa, né un soldo in tasca; gli allievi lo scansavano
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Novelle veneziane L'uno insisteva timidamente: "Eppure, maestro, mi scusi. In fondo è un buon giovine. Ha un gran capitale in quella sua voce da
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mentre c'erano gli scolari. Si rammentava che, sentendo discorrere di lui e dirne un gran male, aveva osservato come non si potesse poi pretendere
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una lunga e sinuosa striscia di fiume. È un'afa, che non si può respirare. Me ne sto qui da un pezzo a guardare le montagne ed il cielo. Le curve ripide
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piazze e le vie, ilare, chiassoso, vestito da festa, con fazzoletti da collo e scialli d'un rosso scarlatto. M'è venuto il ghiribizzo di andare
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(Queste annotazioni sono tolte dall'albo di un artista pedante) Il cortiletto di un'osteria sulle Zattere al ponte della Calcina ombreggiato appena
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Nipote mio, ho compiuto quest'oggi i miei novant'anni, e ho fatto il mio testamento. Lascio quasi tutti i miei soldi, circa un centinaio di mila lire
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l'ultimo della mia vita, cacciando nelle valli; quando, dopo avere mal dormito qualche ora in un casolare, alle tre della notte mi alzavo, camminavo fino
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fredda e grossolana; cantante im- maturo, più da chiesa che da teatro; insomma, qualità preziose, ma scuola pessima. Gli altri allievi, messi in un
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ignoto, che la faceva diventare impetuosa e cattiva; tutto le si presentava sotto un aspetto diverso di prima: la vita acquistava uno scopo, e il
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Era un caldo d'inferno: l'estate si sfogava. Mancavano due giorni alla sagra del Redentore, e già gli operai dell'arsenale stavano connettendo nel
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del- l'altar maggiore, e si metteva a sedere in un angolo buio, racco- gliendo le vesti per occupare il minor spazio possibile, tenendo il libro di
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quale per primo aveva recato in chiesa la grande novella. "È scappato?" domandò ansando. "Scappato, un corno. È partito col suo bravo passaporto in