IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
cani. Il giornale teatrale, La Lira se la pigliava poi col setticlavio, ac- cusando questo metodo di molti peccati: incertezza nella intona- zione
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di parlarne a Mirate, quando egli, vogando da sé, giungeva con un leggero sandolo verso il tocco dopo la mezza- notte alla riva dell'orto, mentre il
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, faceva trine e ricami: era soddisfatta di sé e della vita. Dalla cantoria il tenore, durante i riposi, piombava giù ai piedi dell'altare di San Clemente
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nell'acqua. Non mi raccapezzavo in mezzo a quei canali gobbi, storti, stretti, incassati fra le alte case. Guardavo se alla de- serta imboccatura di
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alla canto- ria dei cori, quella dalla parte della sagrestia; poi se ne andava dritta dritta, a passi corti e frequenti, nella cappella a sinistra
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sgrovigliate all'improvviso. I canoni, le imitazioni, i moti contrari assumevano sotto quei dorsi convessi delle piccole mani una chia- rezza lampante. Se il
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Se il soprano avesse dovuto cantare nella messa del Furlanetto, scritta solo per tenori e bassi, non avrebbe potuto far uscire una nota dal
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chiedergli la causa della sua minaccia, egli se l'era prudentemente svignata. Lo cercai tutt'in giro senza poterlo trovare. Desinai all'osteria del Pavone e
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cui occorreva un usignuolo, tanti erano i trilli, i gruppetti, le volate, i gorgheggi, Carlottina Bianchi, anche se non fosse stata ammalata, sarebbe
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alla Maria di rispondergli che non voleva asso- lutamente veder nessuno. Lo Zen s'informava della malattia di Nene, tornava dopo qualche ora, e se ne
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che non davo retta alla legge, i barcaiuoli se ne tornarono indietro, e mi lasciarono solo. Nell'acqua profonda sen- tivo di quando in quando una
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, ora a rapidi rintocchi, ed ora con una certa ingenua pretensione d'imitare qualche arietta po- polare, senza colpa del campanaro se tre note su sette
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, che una mattina, essendo entrato all'improvviso nella nuda camera del Santo, vide in un angolo una camicia, che stava in piedi da sé sola e ch'era
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venuta ad- dosso! Non potevo uscire di camera: andavo dal letto al lettuccio. Se per caso giravo gli occhi allo specchio, vedendo un coso allampanato, con