IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
ancora luogo attorno alla piazza di San Marco, sembrava tale e quale uno dei cantori dipinti l'anno 1496 da Gen- tile Bellino nel gran quadro della
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botteghe da caffè, nei ritrovi, passeggiando su e giù in piazza di San Marco o sul Molo non si parlava d'altro. C'era come l'attesa di una rivoluzione
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alle funzioni cantate di San Marco, grandi e piccole, nei dì di festa e nei giorni di lavoro. Conduceva il nonno fino a' piedi della scaletta, che sale
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San Marco e dai pesanti fumaiuoli dei camini a tronco di cono rovescio: da tutto il resto, insomma, di splendori e di abiezioni - abiezioni e
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cappella di San Marco a pregarlo di essere uno degli arbitri. Questi, uomo pru- dente, rispose: "Vi pare! Nella mia posizione, farmi dei nemici fra i
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, faceva trine e ricami: era soddisfatta di sé e della vita. Dalla cantoria il tenore, durante i riposi, piombava giù ai piedi dell'altare di San Clemente
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Caffê dei Segretari a quello di San Luca, frequentato da cantanti ed attori e conosciuto col nome di Caffè chiodi poi dal famigerato parrucchiere, che
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. Eppure, se tu vai a Brescia, puoi ve- dere nella chiesa di San Filippo, appesa all'altare del Santo, una lingua d'argento, voto di Don Antonio, quando
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e rotte del monte di San Gottardo alla destra e dell'altro, che gli sorge di contro, pa- re si tocchino a' piedi, tanto è stretta la spaccatura del
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all'ospedale, ove fu posto nella sale d'os- servazione. Due giorni appresso, chiuso nella camicia di forza, fu condotto al manicomio nell'isola di San Servilio
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costeggiò la Riva degli Schiavoni. Il campanile di San Marco usciva dai palazzi che lo circondavano e, illuminato dai fanali della Piazza, si alzava gigante