IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
d'anti- quario a prendere nello scrigno i documenti comprovanti il debito di Mirate, e, postili gelosamente nella tasca spaziosa ed unta del vecchio
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testa, come un can barbone scottato; poi se ne andò nello sguancio di una finestra, ove un giovinetto stava ripas- sando da sé, con la musica sotto
IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
, alta due palmi, tutta in avorio, su cui si scoprivano le tracce di dorature e colori, e nello zoccolo si leg- geva una epigrafe del trecento. "Anni
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niente, nel confronto di certe cosette in- sulse! Il lavoro delle molecole del pensiero è fatale e nello stesso tempo supremamente illogico: è tutto a
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vedesse!". "Chi vuoi che mi veda a quest'ora, imbacuccata nello scialle?". "La casa dove sto non ha riva: bisogna percorrere un buon tratto di Frezzeria
IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
all'amore, la vanità. Am- mirava la propria voce, notava i pregi del proprio modo di canto, si guardava nello specchio, ora tentando di lisciare i capelli
IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
aspira con lunga voluttà; quell'orizzonte sconfinato, che pare nello stesso tempo una linea retta infinita ed un cerchio infinito: tutto contribuisce a
IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
le frittelle: i giovani cantanti mangiavano e nello stesso tempo guardavano i due innamorati, ghignando sotto i baffi e parlando tra loro ad alta voce
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nella borsa e nello scrigno; il giovinotto, che dal primo stravizio precipita all'ubbriachezza: e così per ognuno quasi degli ascoltatori c'era una