IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
processione famosa delle Reli- quie. Un veneziano puro e pretto. Naso lungo aquilino, mento grosso un poco sporgente, labbra sottili. Cantava il basso
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popolata di santi bizantini, allora si scorgevano fra le tumide labbra della fanciulla, del color di ciliegia, i denti candidi tutti uguali, e un leggiero
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correva sulle labbra e si trasmutava tosto in due la- grime lente. Da quindici giorni, all'aprirsi della primavera, man- giavo, non ostante, un pochino
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civiltà; Negri con il naso camuso e le labbra grosse, vestiti di bianco. Questi so- no i doni che, quanto all'arte, porta a Venezia la Peninsula- re: e la
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fantasma, magro stecchito, con gli occhi infossati e un sorriso sulle labbra da far ghiacciare il sangue. In mano ha due cilicii spaventosi, l'uno a
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, minaccioso, mi sembra ch'egli apra le labbra ed alzi la mano per rimproverarmi qualcosa. Che cosa? Non ho mai fatto male apposta a nessuno. Ho amato i
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denaro e fece per andarsene; ma, trattenuta da un rimor- so, tornò indietro, prese in mano la figuretta con delicatezza pau- rosa, accostando le labbra
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occhi umidi e le labbra sorridenti, raccoglieva e tornava a lavare e a stirare. Lo stanzino, ch'egli occupava accanto alle due cameracce terrene dei
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solenne, la quale porta il riso sulle labbra e le lagrime sul ciglio. V'era poca gente. La banda cominciò a suonare. A sinistra, intorno ad una
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le labbra s'erano fatte livide, e ripeteva: "Lasciami andare, nonno, lasciami andare". Il vecchio, sgomentato dal nuovo tono minaccioso di quella voce
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attenzione minutissima, e invasa da una crescente contentezza: "È lui" esclamò "lui stesso. Ecco il naso aquilino, il fronte alto, le labbra sottili, le