IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
vecchia e stanca per attendere agli affari. Vero è che la mia buona Menica mi fa arrabbiare tutte le sante sere. Non vuole andare a letto prima di me, per
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al Mi che salto si fa?". "Di terza maggiore". "Dunque quando dici Do Mi dici e canti una terza mag- giore". "Sicuro". "Quando canti Si Do che
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giorni fa; ma non ignori che avevo diviso i fan- ciulli in due schiere per ammaestrare l'una col setticlavio, l'altra, più numerosa, col metodo comune
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aspetto di uno sconfinato drappo funereo. Eppure nel mare quieto o nel mare agitato l'uomo si sente pieno di vigoria. La sua buona vanità gli fa credere
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setticlavio. "Quale è la tonica nella chiave di Do". "Il Do. "Mi canti una terza maggiore". " Do Mi. "Una minore". " Re Fa. "E la tonica nella chiave di
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scuote ed esalta lo spirito dell'uomo, poiché alle volte la nostra boria, che è sempre desta, fa che si confonda la virtù comunissima della
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della mia povera scuola?". "Mi avevi parlato, tempo fa, di una somma che certi tuoi cono- scenti t'avevano spedito, non so da quale cittaduzza, per la
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potentissima voce, che fa- ceva furore al teatro della Fenice. Portava con alterigia un bel paio di folti baffi neri ed il pizzo lungo, segni della sua