IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
Era un caldo d'inferno: l'estate si sfogava. Mancavano due giorni alla sagra del Redentore, e già gli operai dell'arsenale stavano connettendo nel
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La fanciulla, che canterellava in un'altra stanza, mentre i due vec- chi si bisticciavano sul conto della musica verdiana, la Nene, era figliuola
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gorgozzule, così l'improvviso terrore di perdere i suoi quattrini gli otturava la strozza. Non sapeva quasi più respirare: era diventato addirittura verde. Non
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, il toro mutò apparenza: la testa da grossa che era si allungò, diventò il grugno di un porco, le corna si accorciarono in orecchie, le gambe si
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avevano spacciato. Una maledetta malattia nervosa del ventricolo s'era ostinata a volermi spingere al mondo di là, ed ero ridotto, per tutto pasto, a
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tanta devozione, tanta sollecitudi- ne. Tornò ai fiori, al lavoro, talvolta alla cucina. Dal suo animo s'era dileguata quella irrequietezza dell'amore
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Schizzo dal vero L'acqua era tiepida, il mare uno specchio. Nuotando ora lesto, ora tardo, m'ero allontanato bene dalla riva, sicché la barca di
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facevano abbassare lo sguardo con un senso di strano timore. Del resto, la fanciulla non aveva mai pensato al matrimonio. Era vissuta sempre fra il nonno e
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rivolse. Il pover'uomo era già stato tre volte alla casa del maestro Chisiola; ma questi, un po' indisposto dopo la sera del concerto, non voleva
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, gli amici lo sfuggivano; viveva rintanato nel Caffè della Gloria scrivendo il suo Trattato sul setticlavio, e mangiando quel poco che gli era offerto
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con qualche foglia di vite, e dal quale si vede il largo specchio dell'acqua verdognola, che riflette le tristi case della Giudecca, era lo scorso
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Antonio aveva le mani così scarne e le dita così slogate, che con le unghie poteva toccar l'avambraccio. Era un miracolo di elo- quenza, un miracolo
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vocina soave canterellare. Il meno vecchio, quegli che stava in piedi, era alto di statura, ma- gro, sbarbato; aveva intorno a sessant'anni, ma ne
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dovevano restar nel battaglio. Verso le otto, che era ben buio, andai con la mia Menica nel mezzo del ponte, a godermi per una mezz'oretta questo