IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
una dolcezza semplice, profonda, affettuosa, che affascina. È, dicono, il più virtuoso prete della dio- cesi di Brescia: dà tutto ai poveri: mangia
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massicce cornici d'un oro diventato nero: memoria dei nostri augusti antenati, che Dio li abbia in gloria: quei ritratti che, quando da bambino venivi
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guardare le correvano per la mente cento pensieri, che si riassu- mevano in questo rammarico: "Dio sa quante ne ha amate prima di me!"; poi si confortava
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, che gridava: Distruggete, fratelli, disperdete gli strumenti del vizio. Quegl'in- fami oggetti sono del diavolo. Regalateli a me, ch'io li dono a Dio
IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
chiog- giotte Ma Dio vi salvi dalle onde matte, uscite dai manicomii del gorgo, coperte della loro densa bava bianca, nelle quali, a un tratto, vi
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aggiunge, pur trop- po!" e il vecchio si nascondeva la faccia con le due mani. "Dio voglia che guarisca presto; altrimenti non troverà più il suo nonno
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mai stata malata, Dio piacendo". "Pure mi sembrava stamane..". "Le sembrava?". "Mi sembrava così pallida, ella che per solito è tanto colorita; e
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fiducia nel tuo cuore, ma pochissima nel tuo cervello. Dio sa in quali pasticci ti sei cacciato". "La colpa non è mia, glielo giuro. Non è di nessuno
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sconvolto quelli di Nene; guardò le nubi dense, illuminate dai re- pentini bagliori. Cominciava la piogga, minacciava il temporale; "Dio, Dio, che cosa
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egli cantava con pazza gioia ed io accompagnavo con tanto felice ardore, che mi pareva di esser il dio della contentezza. Ma la saggia Menica mi fece
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ripescano; lo riconsegnano agli Austriaci; è maltrattato, messo in prigione e dopo un pezzo, quando Dio volle, liberato. Il suo rammarico era questo solo