IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
bettola. L'altro, che diceva risolutamente di no, era un vecchietto piccolo, snello, vispo, pulito, di ottant'anni passati, con un'aureola d'ar- gento
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zeppa di gente, che una presa di tabacco - diceva Giovan- ni tabaccone - non avrebbe potuto cadere in terra, vede il pavi- mento nudo in larghi spazii
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soprano co- piava con le sue proprie mani la musica che occorreva al tenore. Ma presto il remo gli principiò a pesare: diceva che quell'esercizio
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diceva addio e, memore del suo primo mestiere, balzava sulla poppa del sandolino e s'allontanava cantando. Nene qualche volta lo aspettava invano, con
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un santo uomo. Parliamo di re- ligione, e la mia vecchia fede si ravviva. Ieri mi diceva: "Signor Carlo, si prepari alla felicità del Paradiso. Si
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addietro" diceva la donna sommessamente, con gli occhi lagrimosi "anni addietro avrei potuto pigliarne cinque marenghi; e non volli, perché questa
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sui campi di battaglia. In Tessaglia la iscrizione di una statua diceva: Ad Elatione, che ben ballò la battaglia, questa statua il popolo La
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quartina il ritornello serio, grave, bene armonizzato, diceva: Viva l'Italia e la libertà e a un tratto una sola voce nasale, fessa, stonata
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minore?". "Maggiore". "Signor no". "Ella stesso mi diceva dianzi ch'è minore". "Minore nella chiave di Do e maggiore in quella di Re. "E Do Mi". "Nella
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. "Nell'animo nostro (egli diceva) noi nascondiamo quasi sempre, spesso senza volerlo, qualche volta senza saperlo, la memoria o il desiderio di un peccato