IL MAESTRO DI SETTICLAVIO
nulla; solo insi- stette ancora più per andare, finché l'altro aderì. Entrata cauta- mente nel sandolino, si mise a sedere sul trasto di prora; e sebbene
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smettere per forza, e, mandò via il curato bislacco, che si sentiva ridere ancora sulle scale e in istrada di questo suo peni- tente mezzo morto
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ancora luogo attorno alla piazza di San Marco, sembrava tale e quale uno dei cantori dipinti l'anno 1496 da Gen- tile Bellino nel gran quadro della
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breve di una crestaina, si seguono l'una all'altra senza romore: sono verdoline con un pizzico di giallo. Conosce le on- dette larghe, lente, ancora
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dietro il palazzo, del quale da questa altura si dominano i tetti vicini; più giù, a sinistra, si vede la piazza del paese, e più giù ancora il ponte ed
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: pareva rassegnato, anzi desiderò di accompagnare ancora una volta sul pianoforte la musica, che Nene doveva cantare e che ella, per non affaticar la voce
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rispetto alle seduzioni interiori della passio- ne e del desiderio, come intorno ai fatali inganni ed agli ancora più fatali sopori della coscienza
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ciò prima di rispondere al direttore? Forse avrei potuto persuaderti. Chi sa? C'è ancora tempo". "Tempo a che cosa? A diventare un rinnegato
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davvero! Ditemi ancora: se ne andò solo, o in com- pagnia di un tale, che parlava forestiero?". "Non faccio mica la spia io. Vada ad informarsi dove vuole
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comperato nulla. Le cose più belle in questo polveroso palaz- zo, dove le finestre mostrano ancora i loro vetri tondi, ondulati dal centro alla periferia
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, credetti che lo sguardo del Santo mi seguisse ancora tenace, torvo, implacabile. Gelai tutto e svenni. Mando un addio a te, a tua sorella ed ai suoi
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entrano nel colore azzurro dell'acqua, i remi fanno ancora sgocciolare oro fuso. I piccoli vetri dei bastimenti ri- flettono scintillando i raggi del sole
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stampa di una strenna, scritta da essi, e che dovrà uscire gli ultimi giorni dell'anno. Mancano ancora cinque mesi". "Mi tempestano di lettere
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ancora a letto. "Mi occorrono quattrini". "Non ne ho". "Isacco figlio di Abramo, mi abbisognano dugento lire, altrimenti non posso saldare una