IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA
!... Mi ero nascosto dentro l'armadio... Che risate matte ho fatto, con quei ritratti!… Su uno c'era scritto : Un vero imbecille!... Su un altro: Oh
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specchio in camera della mamma, ma quella fu proprio una disgrazia. Ero con Carluccio a giocare a palla in quella stanza, con l'uscio chiuso, perché
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gioia al giornalino, dipingendo il disegno del serraglio che avevo fatto alla villa della zia Bettina mentre ero in prigione aspettando il babbo. Poi ho
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. Basta dire sono stato mandato via due volte perché appunto, con tutta la mia buona volontà, non ero arrivato a far tutto il compito che ci avevan dato! Ma
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dovrebbero essere dimenticate. lersera Caterina cercando non so che in un armadio, pescò un paio di calzoni miei da mezza stagione che non mi ero più messo
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della mamma pareva che non finissero mai. Come ero contento di essere cascato nel fiume, e di avere corso rischio di affogare! Se no, non avrei avuto
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Olga a far visita alla mamma e mi ha fatto molte feste, dicendo che ero cresciuto, che avevo gli occhi intelligenti, e molte altre cose che dicono le
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impressione, e io che mi ero ormai quasi dimenticato il fatto dell'automobile, dinanzi allo spettacolo di sì terribili conseguenze, mi accorgo di tutta
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ero commosso anch' io.
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razzi col fischio! - Mi ero ricordato in quel momento che quando avevo comperato i fuochi per festeggiare il matrimonio di Luisa, non avendoli potuti
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povere sorelle erano diventate di mille colori; ero così mortificato nel pensare che io ero l'unica causa di questi loro dispiaceri, che mi misi a mangiar
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s'era conficcato nella carne... Ebbene: posso giurare che ero il più dispiacente di tutti, ma in quel momento io non potei trattenermi dal ridere
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. - Li sapete! - risposi con voce grave. Ella parve riflettere; poi riprese: - Ma ditemeli... Ditemeli!... - Io non risposi. Mi ero già imposto di non
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mia rovina è stata la passione per la pesca. Ieri, appena ritornato da scuola, presi in camera mia quella lenza che mi ero fabbricato ieri l'altro e
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fagottino che m'ero preparato prima e cioè l'orologio della mamma che avevo già involtato in un fazzoletto simile al primo, e mostrandolo agli invitati ho
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detto che ero stato io che l’avevo guarito dandogli le lenti d'Ambrogio e Ambrogio poi gli aveva raccontato d'essere stato guarito pure da me per
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lettuccio che era in un canto della prigione e non tardai ad addormentarmi perché era già tardi e io ero stanco da tante emozioni. La mattina dopo, cioè
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girando il capino qua e là, tutto sorpreso di trovar l'usciolino aperto. Poi finalmente si decise e uscì dalla prigione. Io m'ero messo a sedere su una
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secchi e me ne ero empite già le tasche e la bocca. Dopo aver richiusa la porticina tornammo cautamente per la strada già fatta e ci separammo dinanzi al
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all'armadio dove tengo miei balocchi di quando ero più piccino. In quanto all'impiego che farò dell'eredità, fra i tanti sogni che ho fatto due specialmente
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Queste elezioni incominciano a interessarmi davvero. Ieri, mentre ero fuori, ho sentito urlare il giornale dei moderati: - Legghino, ignori, l'Unione
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dunque, come mi ero ripromesso, io stavo all'erta; e quando ho sentito un po' di rumore in casa, zitto zitto mi sono alzato, mi son vestito e sono
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un momento, e quando mi presentai in Direzione ero relativamente calmo e mi sentivo sicuro di me. Il signor Stanislao, sempre col suo turbante nero in
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per prendere il treno e non conoscendo la strada provinciale per andarvi, mi proponevo di entrare nella stazione, aspettare il treno col quale ero
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conseguenza né recar danno a nessuno. Mentre ero dal signor Venanzio, che tra parentesi si è divertito un mondo al racconto del fatto d'ieri, ho colto il
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sala delle consultazioni. La marchesa stava seduta in una poltrona voltando le spalle verso la porta per la quale ero entrato io. Mi sono avvicinato
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era minorenne né a me che ero purtroppo maggiorenne, ma non ero il proprietario. E neanche questo farà maraviglia a chi sappia come tutto nella
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proprio ragione di canzonarlo! Dunque io ero in salotto col mio giornalino in mano, quando ad un tratto lui mi dice con quella sua vociaccia di gatto
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sacrificio per la felicità delle sue proprie sorelle? Io avevo il rimorso della vendetta che m'ero già presa di loro con la brutta celia delle fotografie
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un contadino come noialtri disgraziati... Sicché i' ero venuto a sentire per quel processo dello sciopero con la ribellione, che deve andare fra due
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quello che dicevano di me; pareva che non fossi lì presente! Dicevano che ero un disubbidiente, uno sbarazzino, uno scellerato, un ragazzo senza cuore
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pasticceria e io il loro invitato. Che vuoi che ti dica, caro Stoppani? Si arrivò a un punto che io non capivo più nulla; ero esaltato, mi sentivo addosso
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casa. - Io ero così confuso da tante inaspettate sorprese che non gli dissi neppure grazie. Sull'uscio dello studio era quell'uomo tutto nero che mi