IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO
dalle loro patrie o per miseria o per delitti commessi. Una camicia di grossa tela, sempre lorda di sangue, un paio di calzoni della stessa tela
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- È Xeres o Alicante questo? - Per la mia morte non me ne intendo piú, compare. - Avete bevuto troppo? - Un guascone! ... Che cosa dite, signor
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salire. Quell'ascensione durò un paio di minuti, poi i tre corsari si trovarono in una piccola stanza o, meglio, in una specie di solaio illuminato
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allora ricaricati i loro archibugi. Trenta o quaranta spagnuoli, fra fucilieri e marinai, avevano invaso il cassero per contrastare ferocemente il
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degli altri diavoli capacissimi di stroncare le code o le ali ai suoi figli? Il diavolo non sarà cosí stupido, suppongo. - Signor conte! - gridò
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nascondervelo, signor conte; noi siamo inseguiti. - Da chi? - chiese il corsaro. - Da una o da piú cinquantine di certo. - Come lo sapete? - Vivendo
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giovane di ventotto o trent'anni, di statura alta, di forme elegantissime che palesavano il gran signore, con gli occhi nerissimi e ardenti, i baffi
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lanterna. - Sono piú astuti al di qua o al di là del mar di Biscaglia? - Voi avete fatto qualche patto col diavolo, - rispose il basco, ridendo
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marchese di Montelimar. - Fra tre o quattro giorni, spero di essere di ritorno con lui, rispose il signor di Ventimiglia. Salutò ed usci, seguito dal
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annunziata dalla marchesa al conte de Miranda, o meglio al conte di Ventimiglia. I coloni spagnuoli hanno sempre avuto due grandi passioni: i tori ed i
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testa del governatore di Panama o la presa di Messico o di Cuzco. Nuova Granata è una delle città piú fortificate del Nicaragua, signor conte
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mi conoscete di nome? - Un vecchio avventore. Aprite presto, o gettiamo giú la porta. Siamo inseguiti da alcuni banditi che ci vogliono spogliare
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dei mastini. Si udivano passare a tre o a quattro alla volta, rapidi come frecce, coi dorsi rugosi coperti di piante palustri. Buttafuoco procedeva
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accorrevano, colla speranza di trovare ancora dinanzi all'enorme roccia i tre avventurieri e di costringerli ad accettare un nuovo combattimento o ad
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aver ripreso respiro, fece cenno ai suoi amici di seguirlo senza indugio. Si cacciò tra le splendide piante e, dopo aver percorso quattro o cinquecento
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sigari di Cuba, come se fossero tre tranquilli borghesi, in attesa del tocco, prima di andarsene a dormire. - Arrendetevi o facciamo fuoco! - gridò per
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differenza ci trovi tu fra i gradini di questa chiesa e quelli del cassero o del castello di prora? - Sulla Nuova Castiglia vi è almeno da bere, Martin
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parve loro di udire un lontano fragore. - Il galoppo di parecchi cavalli? - chiese il conte, con una certa inquietudine. - O è invece il rombo d'una
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traditore aveva aperta, corrotto da un enorme compenso. Il primogenito dei Ventimiglia fu ucciso o meglio assassinato a tradimento da un sicario del duca
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dieci o quindici passi erano costretti a trattenere bruscamente i cavalli e ad allargare le gambe per permettere loro di varcare dei profondi crepacci
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della Guascogna. Già. Voi saprete che, piú o meno, noi siamo tutti nobili nel mio paese, ma anche poveri, poveri, perché i nostri padri non ci lasciano
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. - Quel portone, là, di fronte a voi, - rispose lo spagnuolo. Venite dal Chili o dal Perú voi, per non sapere ove abita un personaggio cosí importante
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essere sfuggito miracolosamente a tre o quattro colpi d'archibugio, era riuscito a guadagnare la base della collina con un vantaggio di almeno
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il fiammingo. - E noi che cosa siamo? - gridò il guascone, dopo d'aver dato un lungo bacio alla fiasca. - Siamo o non siamo uomini di guerra? Spetta
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di fare dei grandi preparativi per assalirla di sorpresa, se sarà possibile. Il conte era diventato pallidissimo. - Assalire la Nuova Castiglia, o
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cantine o quello navigato. Un grido, che scese in quel momento dalla coffa dell'albero maestro, interruppe la loro conversazione. - Fregata in vista