IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO
spagnuoli non oseranno, almeno per questa notte, importunare i servi e i camerieri della marchesa. - E noi come verremo accolti dall'intendente della
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cavallo e anche delle armi. - Che noi certo non restituiremo al signor governatore, - disse il fiammingo. - Gli uomini onesti sono rari in America
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il fiammingo. - E noi che cosa siamo? - gridò il guascone, dopo d'aver dato un lungo bacio alla fiasca. - Siamo o non siamo uomini di guerra? Spetta
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passare ... - rispose il bucaniere che era piuttosto pessimista. - Le sgomineremo noi! - disse il guascone con un gesto tragico. Attraversarono le
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nascondervelo, signor conte; noi siamo inseguiti. - Da chi? - chiese il corsaro. - Da una o da piú cinquantine di certo. - Come lo sapete? - Vivendo
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arrendersi. - Io credo che messer Belzebú abbia una gran simpatia per noi, disse il guascone, il quale correva come un daino per giungere sulle rive
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chiesto il conte. - È quello che purtroppo temo, - aveva risposto Raveneau de Lussan. - Gli spagnuoli devono aver le tasche piene di noi e avranno
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che l'abbiano conosciuta or ora. - Il signor Verra li farà correre. - E allora corriamo anche noi e cerchiamo di lasciare San Domingo prima che spunti
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certo - rispose il bucaniere. - Dovranno prima cercare la costa che noi abbiamo attraversata, e quella non sarà tanto larga da permettere loro di
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scappare. - Voi non avete pensato, signor conte, che tre metri sotto di noi vi sono dei tetti. - Che cosa vuoi dire, Mendoza? - chiese il figlio del Corsaro
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, né una piastra. - Li intascavano però i filibustieri che li accompagnavano, - ribatté il marchese, con violenza. - Per noi vostro padre non era altro
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muerto. - Tonnerre! ... Speriamo di non trovarcelo dentro! - Fa' aprire, - disse il conte. - Mi pare di udire sempre i passi della ronda dietro di noi
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sia piaciuto quel che ho detto: si sappia che noi, figli dell'oceano, sappiamo guidare le navi, ma regalare anche una buona stoccata. - Vi siete
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. - Pare che gli spagnuoli si siano accorti che noi cerchiamo di scappare; non è vero, don Barrejo? - Non sono mai stato sordo, signor conte - rispose
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, esponendosi ad un fascio di luce lunare che cadeva fra i due comignoli d'una casa. con noi che l'avete? - Non siete i ladri che hanno saccheggiata la
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avanzò solo verso la barricata, dietro la quale stavano i bucanieri con gli archibugi spianati. - Che cosa intendete fare di noi? - chiese guardando il
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stupido, con tutto quel vino che aveva bevuto, non può essersi svegliato tanto presto. Forse dorme ancora, mentre noi invece galoppiamo. - E spingeremo
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una terribile impresa. - Voi sapete, signor conte, che nessuna impresa ha spaventato mai i Figli della Costa, come ci hanno chiamato noi per tanti
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del diavolo, D'altronde noi vi pagheremo largamente. La fronte rugosa del fanalista si spianò, udendo parlare di compensi. In quel momento giunse il
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quattrocento metri. - Coraggio, mio morello! - gridò il guascone. - Quando giungerà il buon momento fucileremo anche noi quelli che ti fanno tanto sudare. Non
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togliergli le parti migliori. - E il resto? - Lo lasciamo ai serpenti e agli avvoltoi, signore, quello che a noi importa sono le pelli che si vendono
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dei fastidi. - Vi offro venti piastre per la scialuppa. È un semplice canotto. Oh! ... Noi siamo generosi e poi cosí correremo piú presto. Poi, mentre
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si dirige verso di noi. - Che sia il signor di Ventimiglia? - Non sono un leopardo. - Eppure tuo padre e tuo nonno conoscevano quelle bellissime
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, - verremo noi ricevuti da quel signore? Un Consigliere dell'Udienza Reale deve essere un pesce-cane grossissimo. - Ci pensavo in questo momento, - rispose il
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! ... Noi abbiamo bevuto un doblone? ... Quanto fa pagare queste bottiglie? - Che ne so io? L'aritmetica non è mai stata il mio forte. - Vi ripeto che
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Ventimiglia e noi la finiremo. Signora, vado a visitare il palazzo.
Accademia della crusca
