IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO
governatore di Maracaibo. - Io, - rispose il marchese. - Dunque voi avete fatto appiccare mio padre, - gridò il conte, con uno scatto improvviso. - Non posso
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. - Il figlio del Corsaro Rosso! - esclamò il capitano del galeone. - Il nipote del famoso Corsaro Nero! Da un gentiluomo il mio equipaggio non avrà nulla
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riuscire nel mio intento. Una zucca guascone vale sempre qualche cosa di piú delle altre, almeno cosí dice un nostro vecchio proverbio. Vuotò un
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. Scese da cavallo e s'avvicinò alla marchesa che lo guardava sorridendo, e le mise sulle ginocchia il volatile dicendo: - Lo conserverete per mio
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conte d'Alcalà, - disse il guascone, ridendo a crepapelle. - E grande di Spagna, - aggiunse il marinaio. - Si era appropriato perfino il mio cognome
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. - Buttafuoco - rispose il bucaniere sorridendo. - Un nome di battaglia, non è vero? - Il mio l'ho dimenticato - disse il cacciatore, corrugando la
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, camerata. - Meglio falchi che gente da appiccare, mio caro Mendoza - rispose il conte. - Non dico di no, signore. Ai baschi come me non è mai piaciuta
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del Consigliere, si era fermato per interrogare Mendoza. - Al mio posto, - gli chiese, - che cosa faresti tu? - Io non metterei i piedi là dentro
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accettato il mio invito. - Gli uomini di mare son ruvidi, marchesa; ma non rifiutano mai un invito, specialmente quando vien fatto da una signora
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gravissime rivelazioni? - Su che cosa? - Sui progetti dei filibustieri, per esempio. - Voi avete una fantasia meravigliosa. - Me lo diceva anche mio padre
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pareva di buonissimo umore, nonostante la presenza delle cinquantine. - L'ora è molto tarda, tuttavia farò del mio meglio per tenervi compagnia. Il
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salvezza non mi è costata troppe fatiche. - Ma senza la tua idea a quest'ora saremmo nelle mani del marchese ed avrei forse fatta la fine di mio padre
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è vero, marchesa? - chiese il conte. - Tutt'altro! ma avrei preferito di essere scortata da voi vestiti dei vostri abiti. - O entro il mio vestito
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- Il bacan tarda questa sera. - Raddoppia la carica della pipa, mio caro Mendoza. Io vi ho cacciato dentro due dita e ora tira magnificamente. Che
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figlio del terribile Corsaro Rosso che vi ha fatti tremare e del formidabile Corsaro Nero mio zio. Chi oserà assalirmi? La Folgore non trovando entro
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; noi non dobbiamo fermarci qui, cosí vicini al mio bracco. Ripresero la loro ginnastica indiavolata, scivolando fra i rami e le liane, ora
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spadone arrugginito del mio defunto padre. Mentre il fiammingo faceva sforzi disperati per non scoppiare dal ridere. le tre guardie della capitaneria
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ho ancora alcun desiderio di prendere il mio passaporto per l'altro mondo. - Spiegatevi meglio, don Barrejo, - disse Mendoza. - Vi ho detto che
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potrebbe conquistare il mondo - rispose il signor di Ventimiglia. Non so se un'altra nave se la sarebbe cavata cosí bene, mio caro. - Ecco che i galeoni
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! ... Noi abbiamo bevuto un doblone? ... Quanto fa pagare queste bottiglie? - Che ne so io? L'aritmetica non è mai stata il mio forte. - Vi ripeto che
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quattrocento metri. - Coraggio, mio morello! - gridò il guascone. - Quando giungerà il buon momento fucileremo anche noi quelli che ti fanno tanto sudare. Non
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cuochi insuperabili. Il mio arruolato, malgrado tutta la sua buona volontà, non vale tanto. - Se mi sarà possibile ve ne cederò uno, - rispose il signor
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ebbero salito lo scalone. - I colombi sono scappati assieme al falco. Signor conte, non sarà qui che voi scoverete il marchese di Montelimar, il mio
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! ... Io lasciare la spada di mio padre! ... Non sapete che questa lama ha preso parte a piú di venti combattimenti? È una lama storica nella famiglia
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taverniere del malanno avrà chiacchierato ed il governatore, mio amico, avrà lanciato dietro le nostre tracce una scorta d'onore, coll'incarico di
Accademia della crusca
