IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO
acerrimo, poiché poteva essere in giuoco la sua esistenza, avesse fatto arricciare il naso al sospettoso guascone e anche a Mendoza. Il gabinetto del
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, predicendomi che avrei fatto una grande fortuna. Credo però, fino ad oggi, di aver dato piú stoccate che guadagnate piastre. Mio padre era troppo
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spagnuoli? - Sí, signor conte. - Come ha fatto la tua padrona a sbarazzarsene? - Ve lo dirà la signora marchesa, la quale vi aspetta a prendere la
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già fatto rotolare, tutto d'un pezzo! ... - Tutto il doblone bevuto! ... - gridò il guascone. - Me lo ha detto or ora il taverniere. - Quello è un ladro
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lanterna. - Sono piú astuti al di qua o al di là del mar di Biscaglia? - Voi avete fatto qualche patto col diavolo, - rispose il basco, ridendo
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fortuna, poiché due di loro avevano strappato un gallo ciascuno. La vittoria peraltro era rimasta al conte, il quale aveva fatto da solo un doppio colpo
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di menare le mani quando mi capita l'occasione. - Siete molto ricco allora. - Bah! ... Ho fatto un po' di fortuna nelle miniere d'oro di Costarica. Il
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e metteva arditamente le prore verso le coste del Perú, bramosa di abbordaggi e di prede spagnuole. Il primo incontro fatto da quei mille e cento
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coltivano che quelle deliziose frutta. Signor Buttafuoco, volete farmi l'onore di cenare con noi? Pei vostri compagni ho fatto preparare sul terrazzo di
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padroni della città. Non avevano perduto che dodici uomini, mentre avevano fatto una strage orribile degli abitanti e dei cavalleggieri che difendevano i
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riusciremo finalmente? Vostra sorella ci ha fatto correre un bel po'. - Io spero di non ritrovare piú sulla mia via né il marchese di Montelimar, né don
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sete d'oro o di conquiste che mi hanno fatto lasciare l'Europa. Poi, come parlando fra sé, riprese: - Cinque o sei ore di vantaggio! Sarà necessario
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l'archibugio e si era fatto innanzi, col cappellaccio in mano, salutando rispettosamente con un profondo inchino. - Signore, - disse. - Che cosa desiderate da
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ne ho mai voluto sapere, anzi mi ha sempre inspirato un profondo disgusto. - Ah! ... Burlone! ... - Parlo sul serio, signor Mendoza. - Il fatto è che
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curiosità di vedere da vicino quel conte che si diceva avesse fatto girare molte teste nelle poche ore che si era mostrato per le vie di San Domingo. Il
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per ringraziarvi di quanto avete fatto per noi? - Ve lo prometto. - A S. Pedro? - Sí, conte. - Addio, signora: noi fuggiamo. Il conte si levò il
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feroci. Il conte aveva fatto subito impeto contro la barricata, ma aveva dovuto retrocedere dinanzi all'accanita resistenza dell'equipaggio spagnuolo, il
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, tagliandolo d'un colpo a metà. Era un mostruoso caimano che aveva fatto il suo colpo. Le savane di San Domingo, piú che quelle delle altre grandi isole del
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secondo giorno, non avendo incontrato alcun bastimento, avevano fatto un'ardita punta verso Panama, senza però osare accostarsi troppo al porto, non
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aveva fatto un passo innanzi, facendo qualche finta. Prima di assalire decisamente, voleva accertarsi della forza dell'avversario. Sapendolo forte
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consegnato a bordo e ho fatto collocare delle sentinelle dinanzi alle due scale e perfino dentro le scialuppe. - Malgrado ciò, io vorrei andarmene al piú
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avremo nemmeno una piastra. - Io rinuncio alla mia parte. - Non rinunceranno però né i miei, né i vostri uomini. - Avete fatto dei prigionieri
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il salasso fatto alla mia. - Vi guiderò io. - Ed i vostri camerati che non vi vedranno tornare non si allarmeranno? - Vadano al diavolo! - disse
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alabarde gli archibugi! Hanno fatto meravigliosamente il nostro gioco. Siete pronti? - Sí - rispose il conte. - Mirate fra le erbe, specialmente là dove
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premurosamente una bottiglia. - Ho fatto sei leghe sempre a galoppo sfrenato e muoio di sete. - Presi! - esclamò la bella castigliana, con dolore