IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO
di rosso mi prenderanno per il diavolo in persona - rispose il fiero giovane ridendo - e scapperanno, ne sono certissimo. Martin, strappa quella grata
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cautamente, scomparendo fra le tenebre. - Che diavolo! - disse Mendoza. - Quello lí deve avere nelle vene il sangue d'un giaguaro. - Se vi fossero in San
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io. - Il diavolo ti porti all'inferno, - brontolò il guascone, facendo una brutta smorfia. - Quel furfante guasterà tutto. Se ti posso prendere
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cosí abilmente giuocato, se ricadeste nelle sue mani. L'avevo detto io che voi siete un parente del diavolo. - La trovata è stata splendida, - disse
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, - disse Mendoza. - Conosco abbastanza bene la città e vi condurrò, se il diavolo non ci mette la coda, in una certa taverna dove, almeno una volta
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diavolo sia nero. - Tu non l'hai mai veduto, Mendoza. - E non ho neanche premura di fare la sua conoscenza, - rispose il vecchio. - Lo vedi? - Un uomo
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usa nella marina. - Non fra noi però! - Che diavolo! Sareste uomini tanto diversi, signor conte? - Può darsi! - rispose seccamente il capitano. - Avete
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Barrejo? - A quello del matrimonio. - Diavolo d'uomo! - esclamò il conte, ridendo. - Vedete bene lontano voi. - Sarebbe uno splendido partito, signor
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degli altri diavoli capacissimi di stroncare le code o le ali ai suoi figli? Il diavolo non sarà cosí stupido, suppongo. - Signor conte! - gridò
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salito al cervello e chissà ora che cosa farà questo stretto parente del diavolo. La nostra missione finirà qui, pur troppo. Il taverniere, irritato
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questo piccolo tesoro - esclamò serio il guascone. - Al diavolo! esclamò il conte. - No, perché non mi ha voluto e credo che abbia fatto bene, perché
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lanterna. - Sono piú astuti al di qua o al di là del mar di Biscaglia? - Voi avete fatto qualche patto col diavolo, - rispose il basco, ridendo
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alla mia pelle che alla loro. - Ben detto, - disse Mendoza - E noi siamo uomini da non aver paura nemmeno del diavolo, - aggiunse il guascone. - Se si
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diavolo di Morgan! Gli spagnuoli peraltro, degni discendenti di quei formidabili conquistatori che con un pugno d'uomini avevano rovesciato i due piú
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il salasso fatto alla mia. - Vi guiderò io. - Ed i vostri camerati che non vi vedranno tornare non si allarmeranno? - Vadano al diavolo! - disse
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quei terribili filibustieri ritenuti ormai da tutti come esseri invincibili perché protetti dal diavolo. Il guascone attese che raggiungessero la
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Diavolo? Io non lo credo. Quando devo venir qui? - Domani sera, prima dell'Ave-Maria. Vi daremo le istruzioni necessarie. - Sta bene, - rispose il
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, - rispose Grogner. Che cosa chiedete per vostra parte? - Un uomo. - Un prigioniero? - chiese con stupore il filibustiere. - Niente di piú. - Che diavolo
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sempre una buona riserva di bottiglie? - chiese il guascone, il quale stava pure esaminando la sua draghinassa. - Che cosa diavolo mi domandate, don
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del diavolo, D'altronde noi vi pagheremo largamente. La fronte rugosa del fanalista si spianò, udendo parlare di compensi. In quel momento giunse il
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! ... Come quella di bere il doblone. - Ecco i guasconi che ridiventano furbi. - Che il diavolo vi porti all'inferno, - disse l'avventuriero, ridendo
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gli toccasse qualche grave disgrazia, mentre il fiammingo impugnava la pistola. - Il gattaccio ha paura, - disse don Barrejo. - Diavolo! ... Sente
Accademia della crusca
