IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO
- Il signor conte de Miranda! Quel nome, gridato forte da un servo gallonato con la pelle nera come il carbone, vestito di seta azzurra a larghi
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. Erano il conte ed i suoi tre spadaccini, i quali, dopo essersi provveduti di cavalli e d'armi da fuoco, avevano abbandonato frettolosamente la fonda
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, la mia padrona vi aspetta. Siete liberi. Il conte, che si era già da un po' di tempo svegliato e stava discutendo con Buttafuoco, seduto presso la
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scivolava lentamente, a piccoli colpi di remo, verso l'ampio porto di Panama, non piú rischiarato. Quattro uomini lo montavano: il conte di Ventimiglia, il
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I ventisette campanili di Panama suonavano l'Ave-Maria, quando il conte di Ventimiglia, seguito dai suoi tre spadaccini, si presentò al palazzo di
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da una sola finestra, abbastanza vasta perché un uomo potesse passarvi. - Dove siamo? - si chiese il conte. - In qualche nido di gufi - rispose Mendoza
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Corsaro Nero, addormentarsi quando il giovane conte di Ventimiglia corre qualche pericolo? Tu sei pazzo, Martin. - Metti tre cariche di tabacco nella
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annunziata dalla marchesa al conte de Miranda, o meglio al conte di Ventimiglia. I coloni spagnuoli hanno sempre avuto due grandi passioni: i tori ed i
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passo agli assalitori, urlando a squarciagola: - Morte ai corsari! Cacciamoli in acqua! Il conte di Ventimiglia, il guascone e Mendoza furono i primi
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signora? - chiese il conte. - Sono conosciuto - rispose Buttafuoco. - Piú volte sono venuto qui a provvedermi di polvere e di piombo dopo il servigio
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cumuli di carte. Il marchese di Montelimar indicò al conte una sedia, poi, sedendoglisi di fronte, gli chiese: - Ora mi direte che cosa volete da me. Mi
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che potevano incrociare i loro fuochi senza danneggiare la città, ma il luogotenente del conte non era uomo da esporre lungamente la sua nave alle palle
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conte d'Alcalà, - disse il guascone, ridendo a crepapelle. - E grande di Spagna, - aggiunse il marinaio. - Si era appropriato perfino il mio cognome
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attraverso il promontorio, rumoreggiando cupamente, rullava dolcemente tanto era bene equilibrata. - Mi guarderà la marchesa? - si chiese il conte. - Se
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riposarmi qualche ora ed una colazione, se è possibile averla, - rispose il conte. - Io vi offrirò delle bistecche quante vorrete ed una superba
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fermavano per ascoltare, poi riprendevano la marcia, manifestando ambedue una certa inquietudine che non sfuggiva al conte. Il sole era tramontato da qualche
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Fatta un po' di toelette, per non sembrare dei veri straccioni, il conte ed i tre avventurieri lasciarono la piantagione, seguendo la riva destra
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lontani dall'accampamento dei filibustieri del conte? - chiese il fiammingo. - Fra tre o quattro ore vi giungeremo, - rispose Mendoza. - Non ci smarriremo
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conte di Ventimiglia e di Grogner li avevano furiosamente assaliti, per dare una lezione al loro capo e, quantunque montassero dei semplici schifi e delle
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prenderci! - disse Buttafuoco, il quale spiava attentamente le mosse degli assalitori. - Che vengano all'attacco? - chiese il conte. - Per ora, no di
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I due drappelli, mandati certamente da don Juan de Sasebo per catturare anche i tre spadaccini del conte, si erano accostati di parecchie centinaia
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Mentre il marchese conduceva prigionieri a Guayaquil il conte di Ventimiglia, il basco ed il fiammingo, don Barrejo fuggiva a gran galoppo verso
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diventata una piccola Tortue, sette scialuppe montate da un centinaio e mezzo d'uomini. Erano i corsari del conte di Ventimiglia e di Raveneau de Lussan
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de Lussan; l'altro Tusley e Grogner. Non sarebbe necessario dire che i tre terribili avventurieri avevano preso imbarco sulla nave del conte, ansiosi
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abbiamo avuto una fortuna straordinaria. - Guai se gli avventurieri non avessero sempre una buona stella che li proteggesse! - Sarà ben lieto il conte
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che il signor conte ci ha raccomandato la massima prudenza e che ci troviamo in mezzo a nemici. - Un guascone non ha mai paura. Andrò a rompere la
Accademia della crusca
