IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali)
infondeva nella sua esecuzione una vita indiavolata, mi gridava i nomi degli strumenti, li imitava con la voce, urlava nei punti di grande sonorità
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ironica insieme. "Chi sa" soggiunse sotto voce "che il signor Fogazzaro possa avere il versetto dalla sua Fedele". Tutti risero e io mi seccai. Mi
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tagliava dritto all'altra sponda, quando la dama, che non aveva ancora aperto bocca, mi disse: "Fate il giro del castello". Dio mio, che dolce voce era
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voce. E strappò dalle viscere del piano il ripetuto angoscioso gemito che apre quella stupenda pagina di musica e vi ritorna ogni momento. Aveva una
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riverenze, a destra i suoi rispetti, a sinistra la sua servitù, qualche complimentino sotto voce, qualche risatina cerimoniosa. Bianca si fermò sulla
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perché questa lettera Le sia inviata appena spento il lume. Avvertito da una voce interna, ho fatto stamane, spontaneamente, quello che fece, prima di
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era composta. Dormiva? Mi arrischiai di dirgli piano all'orecchio: "Lazzaro!". Mi rispose un fil di voce: "Chi è?". "Cesare" sussurai "sono Cesare